Lettera aperta a Il Foglio dell'editore del canale Classica HD su Sky nonchè regista di opere liriche

Il concerto di Paolo Conte “è uno schiaffo alla storia della Scala”. Lo scrive in una lettera aperta a Il Foglio Piero Maranghi, editore del canale Classica HD su Sky nonchè regista di opere liriche, a proposito del concerto del cantautore piemontese in programma il prossimo 19 febbraio nello storico teatro lirico di Milano.

Il Teatro alla Scala è la mia casa, un luogo dove, nella mia vita, ho fatto tutto, davvero tutto. Ma il 19 febbraio non verrò a sentirLa”, scrive Maranghi nel suo intervento spiegando di rivolgersi direttamente al cantante “e non alla dirigenza del Teatro per una ragione molto semplice, loro non hanno gli strumenti per comprendere, Lei certamente sì”. Sempre secondo Maranghi il concerto di Paolo Conte alla Scala “costituisce un precedente assai pericoloso; non dà nulla al Teatro da cui invece riceve moltissimo; è culturalmente un concerto ‘antipatico ed elitario'”.

Nel sottolineare le tante incursioni nel teatro di artisti non propriamente del panorama della lirica (da Milva a Keith Jarrett) e criticare l’utilizzo per eventi tra sport e showbusiness come il Fifa Award di qualche anno fa, Maranghi ha poi ricordato che “Durante Expo 2015 il direttore generale della Scala, Maria di Freda, si è battuta come un leone per impedire che Andrea Bocelli si esibisse nella sala del Piermarini e questa coerenza è probabilmente all’origine, anni dopo, della sua brutale defenestrazione dal Teatro“.

“Oggi la Scala si è trasformato in un supermarket che fa cucina internazionale, si vedono e si ascoltano spettacoli identici a quelli di Amsterdam, Bordeaux, Dresda e non è più il teatro dei milanesi, come lo chiamava Stendhal”, ha scritto Maranghi. Quindi ancora rivolto a Paolo Conte: “La Scala ha bisogno di Paolo Conte o di Mina o Dylan per essere quello che è (ormai sarebbe il caso di dire che era)? NO! Le offro una soluzione bellissima, ne tenga conto, io Le voglio molto bene: lasci stare la sala del Piermarini e chieda Piazza della Scala al Comune, per primavera. Solo Lei può fermare questa banda di inconsapevoli dissipatori della tradizione meneghina e del Suo simbolo più luminoso, La Scala”, ha concluso.

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