L'attore toscano aveva appena compiuto 68 anni
E’ morto Francesco Nuti. L’attore toscano aveva appena compiuto 68 anni: attore, regista, produttore.
Lo rende noto la figlia Ginevra assieme ai familiari che “ringraziano di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l’attore nel lungo periodo della malattia, in particolare il personale di Villa Verde di Roma”. La data e il luogo delle esequie saranno rese note nelle prossime ore.
“Ci lascia Francesco Nuti, grande attore e regista toscano che rimarrà per sempre nei nostri cuori. Riposa in pace Francesco”. Così su Facebook Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, a proposito della morte di Francesco Nuti all’età di 68 anni.
Ha vinto il David di Donatello nel 1983 come miglior attore protagonista per ‘Io, Chiara e lo Scuro’, nel 1985 per ‘Casablanca, Casablanca’, un Nastro d’Argento nel 1983 sempre per ‘Io, Chiara e lo Scuro’, un Globo d’Oro nel 1984 e un Ciack d’Oro nel 1986.
Chi era Francesco Nuti, una carriera spezzata
Campione d’incassi negli anni ’80, apripista di una comicità toscana al tempo stesso capace di far riflettere, la vita di Francesco Nuti, attore e regista di brillanti commedie, ha come spartiacque il 2006, quando un incidente domestico lo costringe sulla sedia a rotelle, tra difficoltà motorie e neurologiche. Il suo calvario si è concluso a 68 anni, in una clinica di Roma, Villa Verde, come reso noto dalla figlia Ginevra e dai familiari che hanno voluto “ringraziare di cuore il personale sanitario e tutti coloro che hanno avuto in cura l’attore nel lungo periodo della malattia”.
Nuti muove i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo da studente, portando in scena una serie di monologhi anche dopo esser stato assunto come operaio in una azienda tessile di Prato. La svolta arriva sul finire degli anni ’70, quando entra a far parte del trio cabarettistico dei Giancattivi sostituendo Antonio Catalano nel terzetto completato da Alessandro Benvenuti e Athina Cenci. Il successo arriva grazie al programma radiofonico ‘Black Out’ e alla trasmissione televisiva ‘Non Stop’, preludio al debutto cinematografico del 1981 con il film ‘Ad ovest di Paperino’, che ripercorre gran parte del repertorio del trio. L’anno successivo l’attore toscano, nato a Firenze nel 1955 ma trasferitosi presto a Prato, inizia la carriera da ‘solista’ iniziando a lavorare in alcuni film di Maurizio Ponzi, da ‘Madonna che silenzio c’è stasera’ a ‘Io, Chiara e lo Scuro’, fino a ‘Son contento’, pellicole che gli regalano notorietà e premi, tra cui un David di Donatello e un Nastro d’argento come miglior attore protagonista per il ruolo in ‘Io, Chiara e lo Scuro’. Grande appassionato del biliardo (tanto da eseguire lui stesso alcuni colpi nei suoi film), a cui dedicherà altri due film, ‘Casablanca, Casablanca’ (1985), sequel di ‘Io, Chiara e lo Scuro’ che segna il suo esordio da regista, e ‘Il Signor Quindicipalle’ (1998), Nuti realizza nella seconda parte degli anni ’80 e all’inizio degli anni ’90 una lunga serie di film di successo, come ‘Tutta colpa del paradiso’ (1985), ‘Stregati’ (1986), ‘Caruso Pascoski’ (di padre polacco) (1988), ‘Willy Signori e vengo da lontano’ (1989) e ‘Donne con le gonne’ (1991).
Nello stesso periodo, il migliore artisticamente parlando, si dedica anche alla musica, partecipando nel 1988 al Festival di Sanremo con ‘Sarà per te’, incisa in seguito da Mina, e duettando con Mietta nel brano ‘Lasciamoci respirare’ composto da Biagio Antonacci. “Francesco Nuti era uno spirito libero, bloccato da un’esistenza complicata. Ora questo spirito è volato in totale libertà. Con lui ho realizzato un film di grandissimo successo”, ricorda Aurelio De Laurentiis, mentre Carlo Verdone saluta Francesco come “compagno di lavoro generoso, affettuoso e pieno di talento” che sarà “sempre nei miei migliori ricordi”. Anche Firenze omaggia Nuti. “Caro Francesco, troppo presto ci hai lasciato. Chissà quanti film avresti ancora potuto fare se la malattia non ti avesse colpito – sottolinea il sindaco Dario Nardella su Facebook – Ci lasci tanti personaggi indimenticabili e una sensibilità rara. Firenze non ti dimenticherà mai”. Matteo Renzi infine ricorda “le tante lacrime di questi quindici anni di dolore. Ma anche per le risate che ci ha regalato – ha sottolineato su Twitter il leader di Iv – Per me Caruso Pascoski (di padre polacco) vince su tutto e resterà IL film più divertente della mia gioventù. Lutto”.Nella seconda parte degli anni ’90, Muti non riesce a ottenere i successi raccolti in precedenza, a cominciare dal flop dell’ambizioso ‘OcchioPinocchio’ (1994).
Seguono problemi di salute, dall’alcolismo alla depressione, con l’attore toscano che sprofonda arrivando perfino a tentare il suicidio. Alla vigilia del suo ritorno sul set, il 3 settembre 2006, a causa di un incidente domestico entra in coma riportando un ematoma cranico dopo esser caduto dalle scale. Operato d’urgenza al Policlinico Umberto I di Roma, esce dal coma a fine novembre e viene trasferito nell’ospedale ‘Versilia’ di Lido di Camaiore. Lì inizia una lunga riabilitazione, fino al ritorno a casa nella sua abitazione di Prato nel febbraio 2009 assistito da suo fratello Giovanni. Le sue condizioni però – costretto sulla sedia a rotelle e incapace a muoversi e a parlare – non gli permetteranno più di tornare in scena. Nel novembre 2010 riappare in tv, dopo quattro anni di assenza e per la prima volta dall’incidente, ospite della trasmissione di Rai ‘I fatti vostri’: in una lettera scritta dal fratello, che idealmente dà voce a Francesco, afferma la sua volontà di continuare a vivere. Qualche anno dopo, il 17 maggio 2012, in occasione del suo 57° compleanno debutta lo spettacolo ‘Sono un bravo ragazzo’, diretto da Milo Vallone, che ripercorre la vita dell’attore e regista toscano, tratta dall’omonima biografia scritta da Nuti e curata dal fratello.
Nel 2014 partecipa al Mandela Forum di Firenze a una festa organizzata per i suoi 59 anni dagli amici di sempre, da Leonardo Pieraccioni a Carlo Conti passando per Giorgio Panariello e Marco Masini. “Sulle noti di ‘Sarà per te’ lui si alzò con un grande sforzo dalla sua carrozzina per ricevere l’applauso del Palasport che tra lacrime e gioia lo applaudiva. Un abbraccio enorme – il ricordo dello stesso Conti di quella serata affidato a LaPresse – Il suo calvario è stato così grande, così terribile che qualsiasi cosa avesse mai dovuto scontare, ammesso che ci fosse, penso che l’abbia scontata a pieno titolo”. Due anni dopo infatti Nuti viene ricoverato in gravi condizioni al CTO di Firenze in seguito a un’altra grave caduta, a cui farà seguito il ricovero in una clinica romana specializzata. Nel 2019 la figlia Ginevra ritira il premio internazionale Vincenzo Crocitti, primo riconoscimento ‘alla carriera’ assegnatogli nella sua storia cinematografica e artistica.
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