Se n’è andato da trent’anni, ma il suo sorriso e il suo modo di recitare sono ancora tra noi. Il 4 giugno 1994, poche ore dopo aver ultimato le riprese de ‘Il Postino’, uno dei suoi capolavori, è morto a 41 anni per le conseguenze di un attacco cardiaco – conseguente a febbri reumatiche – Massimo Troisi, volto indimenticabile della comicità napoletana al cinema e a teatro a partire dagli anni ’70. L’artista di San Giorgio a Cremano, considerato uno degli eredi di Eduardo De Filippo e Totò, ha iniziato la sua carriera con gli amici Lello Arena ed Enzo Decaro all’interno del gruppo ‘La Smorfia’, con cui debuttò al Sancarluccio di Napoli nel 1977. Il successo immediato gli spalancò presto le porte del cinema, con ‘Ricomincio da tre‘, film che lo ha consacrato subito tra i grandi dell’epoca e che lo porterà a dedicarsi quasi esclusivamente al grande schermo, interpretando dodici film, di cui cinque diretti come regista.
Troisi inaugurò un nuovo modo di fare cinema, che attribuiva la stessa importanza alla gestualità e alla parola, attraverso la quale – anche grazie al suo accento – riusciva a dare spessore sia a ruoli comici che a quelli drammatici, unendo romanticismo e malinconia, battute di spirito a spunti di riflessione. Raccontando se stesso, spesso con taglio autoironico, l’attore e regista nato a San Giorgio a Cremano descriveva la società italiana di quegli anni, in particolare quella napoletana, che tentava di risollevarsi dopo il terremoto in Irpinia del 1980. Dopo il successo di ‘Ricomincio da tre’ – che vinse due David di Donatello, tre Nastri d’argento e due Globi d’oro – arrivarono quelli di ‘Scusate il ritardo’ e soprattutto di ‘Non ci resta che piangere’, diretto e interpretato con l’amico Roberto Benigni e diventato un vero e proprio cult. Troisi collaborò anche con Ettore Scola e con Marcello Mastroianni, con cui instaurò un rapporto non solo lavorativo. I due ottennero una Coppa Volpi ex aequo alla Mostra del Cinema di Venezia per l’interpretazione in ‘Che ora è’, basato sul conflitto generazionale tra padre e figlio.
Affetto da gravi problemi di cuore fin da bambino, l’ultimo lavoro dell’attore e regista napoletano fu ‘Il postino‘, girato con grandi difficoltà a causa delle condizioni fisiche dell’artista tra Cinecittà e le isole di Salina e Procida. Pellicola che ottenne un grande successo, anche negli Usa, ricevendo la candidatura a cinque premi Oscar, compresa quella di miglior attore a Troisi. L’antieroe dalla battuta pronta e lo sguardo profondo che l’Italia non ha mai dimenticato.