Il figlio Nicolò: "Grande emozione, è un grande progetto che spero piaccia al pubblico"

È stata presentata a Palazzo Reale a Milano, la mostra “MIKE BONGIORNO 1924 – 2024” dedicata al grande presentatore, protagonista della storia della Tv, ma anche di quella del nostro Paese, proprio nell’anno del centenario della nascita. Un’esposizione inedita che testimonia un passaggio epocale sulla storia della televisione e del costume degli italiani, un’esperienza immersiva che trasformerà lo spazio espositivo in una scatola scenica ricca di ricordi della sua straordinaria carriera e permetterà allo spettatore di entrare in contatto con la sua storia personale e con il personaggio pubblico. “È una grande emozione, un grande progetto spero sarà gradita anche da pubblico, ci sono tantissimi inediti, tantissime cose personali dall’archivio di famiglia. La mostra racconta papà dalla nascita, tutto il suo percorso di vita, la storia come migrante dalla Sicilia agli Stati Uniti, la grande tragedia che ha vissuto in guerra con la prigionia a San Vittore che l’ha formato molto, poi il suo percorso come professionista, dalla radio alla televisione, veramente tutta la sua vita”, spiega ai cronisti Nicoló Bongiorno, figlio del grande Mike. Piersilvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, ha così voluto ricordare in una nota lo storico conduttore: “Mike Bongiorno ha rappresentato il “saper fare bene” italiano, contribuendo alla crescita e alla trasformazione del nostro Paese. La carriera di Mike è strettamente intrecciata alla storia di Mediaset. Mio padre Silvio Berlusconi lo ha voluto fortemente, caparbiamente nel Gruppo che aveva fondato. E con ragione. lo stesso ho dei ricordi bellissimi di quando, ancora bambino, l’ho conosciuto e di quando, giovanissimo, ho iniziato a lavorare in televisione, uno dei rapporti più emozionanti è stato proprio quello con Mike Bongiorno. Ricordo delle bellissime serate trascorse insieme a lavorare. Lui era proprio così come il pubblico lo vedeva in tv: umano, preciso e anche esigente ma, esattamente per questo, ogni scambio di idee diventava un insegnamento”.

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