Amedeo Minghi torna con un nuovo album in studio, ‘Anima Sbiadita’. Un’assenza discografica e compositiva durata 8 anni (l’ultimo ‘La bussola e il cuore’ è del 2016). E al disco segue un tour che va da metà novembre fino alla fine di aprile.
“Perché ho aspettato 8 anni? Perché secondo me le cose vanno fatte quando hai qualcosa da dire. E poi non dimentichiamoci che c’è stato pure un periodo di pandemia che, chi più chi meno, ha colpito tutti”, sottolinea Amedeo Minghi a LaPresse.
L’album è stato definito come quello della maturità artistica: “Ciò che traspare ascoltando i brani – confessa Minghi – è la sincerità. Del resto tranne una breve collaborazione con Montemurro e Borgia, ho fatto praticamente tutto da solo. Ho scritto, suonato, cantato. Ho narrato anche le mie fragilità, le mie paure, i miei disturbi, i miei ricordi, anche quelli che fa male ricordare perché quando racconti te stesso è sempre la parte più fragile. Ci sono cose che non puoi comprare. In questo album c’è molta condivisione”.
Adesso tutti sfoggiano dischi di platino, ma una volta non era così facile ottenerli: “Bisognava vendere centinaia di migliaia di copie certificate dalla Siae per averli, oggi chi fa sold out in uno stadio ha venduto più o meno 20 mila dischi. Io ricordo di aver venduto anche 240 mila dischi con ‘I ricordi del cuore’, 140 mila già in prevendita. Il vantaggio per gli artisti di oggi è lo streaming, i social, visualizzazioni”.
“La canzone a cui sono più legato? Sicuramente ‘L’immenso’ perché mi ha dato la patente di cantautore che resta a tutt’oggi un riconoscimento significativo – ammette Minghi – Prima ero uno scrittore di testi, un autore. Sanremo 2025? Ho detto a Carlo Conti se vuole una mia ospitata, in gara o no, da solo o nei duetti basta che mi chiama e arrivo. In fondo ho le carte in regola. Se ho pure una canzone nuova da presentare? Ma certo. A me le canzoni non sono mai mancate”.