Un fondo che comprende oltre 1.000 supporti, tra cui pellicole in 16mm e 35mm, betacam, Umatic e DVcam

L’intera opera del regista torinese Daniele Segre è stata depositata all’Archivio Nazionale Cinema Impresa di Ivrea. A un anno dalla scomparsa, avvenuta il 4 febbraio 2024, il Centro Sperimentale di Cinematografia ha avviato un importante lavoro di conservazione e restauro della sua vasta produzione, già valorizzata in prestigiose rassegne cinematografiche come il Torino Film Festival

Oltre mille supporti tra pellicole e nastri magnetici

Segre è stato uno dei più autorevoli documentaristi italiani, capace di raccontare con sguardo lucido e inflessibile tematiche sociali di forte impatto, dai diritti delle minoranze alla piaga delle morti bianche. La sua produzione, che comprende oltre mille supporti tra pellicole e nastri magnetici, sarà catalogata e restaurata grazie a un complesso lavoro tecnico condotto con il supporto della famiglia e dei suoi collaboratori storici. L’Archivio di Ivrea, centro specializzato nella conservazione, nel restauro e nella consultazione di film, dispone di cellari e laboratori all’avanguardia per la digitalizzazione e il recupero di materiali in pellicola e nastro magnetico. È il luogo ideale per custodire il fondo Segre, che comprende oltre 1.000 supporti, tra cui pellicole in 16mm e 35mm, betacam, Umatic e DVcam. Un patrimonio di documentari, film di fiction, opere di allievi, interviste e servizi televisivi, raccolto e preservato da Segre fin dal 1976, anno del suo primo film ‘Perché droga’.

Gli audiovisivi, segnati dal tempo da polvere, muffa e sindrome acetica, richiedono interventi urgenti per evitarne il deterioramento. Il team dell’Archivio ha già avviato il processo di catalogazione, archiviazione e digitalizzazione, collaborando con i figli e gli ex collaboratori del regista per restituire nuova vita alle sue opere, testimoniando l’attualità del suo sguardo.

Un progetto voluto dal figlio Emanuele

Daniele Segre, regista, documentarista e filmaker, è morto il 4 febbraio 2024, pochi giorni prima di compiere 72 anni, per una malattia implacabile, che lo ha portato via mentre stava lavorando al documentario sulla vita di Bruno Segre, avvocato, giornalista e partigiano italiano, scomparso a Torino, all’età di 105 anni, pochi giorni prima del regista. Il progetto è stato portato avanti dal figlio Emanuele, che ha seguito le sue orme nella casa di produzione “I Cammelli”, fondata da Daniele Segre nel 1981.

Oltre a realizzare centinaia di film, Daniele Segre ha anche dedicato gran parte della sua vita al ruolo di docente, formando generazioni di operatori del cinema della realtà in tutta Italia tra cui Torino, con la Scuola di video documentazione sociale, a Pisa e provincia, con vari laboratori e masterclass, a l’Aquila, come direttore artistico del corso triennale di Reportage Audiovisivo, e a Roma, al Centro sperimentale di cinematografia, dove è ricordato come uno dei docenti più temuti, ma anche apprezzati. Ed è proprio in una sede del CSC, nell’Archivio Nazionale Cinema Impresa a Ivrea che i suoi film sono stati depositati nel 2024 per volere della famiglia.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata