Conti respinge al mittente i dubbi sul rapper e tira una frecciatina sulle votazioni della sala stampa
Prima o poi doveva accadere. In una edizione piuttosto sonnolenta sul fronte delle polemiche, al Festival di Sanremo si accendono – qualcuno direbbe “finalmente” – due polemiche. L’oggetto sono l’opportunità della partecipazione di Fedez alla gara, da una parte, e il sistema del voto con i timori per risultati pilotati da accordi o influenze esterne, dall’altra. Ma partiamo dalla prima. Il rapper milanese, in gara con il brano ‘Battito’, con cui è entrato nella cinquina della seconda serata, al netto delle note questioni affettivo-familiari, è salito alle cronache per i suoi legami con Luca Lucci, capo ultrà milanista coinvolto in un’inchiesta della Procura di Milano su presunti contatti con la ‘ndrangheta.
Vicenda, questa, che non vede indagato Fedez, il quale è invece indagato per rissa nell’ambito di un’altra inchiesta riguardante l’aggressione al trainer Cristiano Iovino. A chi domanda dunque sull’opportunità di consentire la partecipazione di Fedez al Festival, Conti spiega che l’essere indagato “non può essere una discriminante per eliminare qualcuno che non è stato ancora condannato – ha detto Carlo Conti -. Sta alla singola persona, come avvenuto per Emis Killa, che ha ritenuto opportuno ritirarsi per la sua tranquillità, perchè non avrebbe vissuto bene il Festival. Fedez farà quello che riterrà opportuno”. Il direttore artistico, come già affermato nelle scorse settimane, torna a ribadire la sua posizione: “Per fortuna sono un direttore artistico, non un giudice. Io sono un garantista per quanto riguarda qualsiasi tipo di processo. Per me esiste, ed è fondamentale, la presunzione di innocenza”.
Di certo, Fedez in questi giorni si sta sottraendo al confronto con la stampa. “Quando abbiamo incontrato le case discografiche abbiamo dato a tutti disponibilità per fare le conferenze stampa – dice Fabrizio Casinelli, capo ufficio stampa della Rai -. A tutti abbiamo detto, sapete le regole del Festival. Poi ognuno è libero di scegliere di se fare o no la conferenza stampa. Non possiamo obbligare nessuno a farle”. La seconda polemica è invece tutta interna al “sistema” Festival, e nasce da una frase detta dallo stesso Conti in conferenza stampa. Commentando le preoccupazioni sollevate da alcuni su possibili pressioni esterne, o accordi che potrebbero pilotare il voto in maniera scientifica, Conti ha detto “Mi pare che l’anno scorso qualcosa è accaduto”, innescando la reazione risentita della sala stampa. Il conduttore toscano ha poi chiarito il senso della sua frase: “Da quello che ho visto, lo scorso anno ci fu un polverone. C’è sempre stato un polverone sulle votazioni”. Poi aggiunge: “Come può il televoto contare di più delle sale stampa che insieme fanno il 66% contro il 34%? E’ la sala stampa che può esercitare una pressione più forte che il televoto”.
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