I Duran Duran tornano dopo 40 anni e infiammano l'Ariston. Mattatrice Katia Follesa
La terza serata del Festival di Sanremo si apre ricordando a tutti uno dei principali assiomi che Carlo Conti ha da sempre ribadito in calce al suo spettacolo in Riviera: ‘Sono solo canzonette’. Edoardo Bennato interpreta il suo iconico brano del 1980 imbracciando la chitarra: armonica a bocca, gran cassa e nastro nero sulla marca delle scarpe a scongiurare il ripetersi di spiacevoli precedenti.
Le tre co-conduttrici Miriam Leone, Elettra Lamborghini e Katia Follesa conquistano il pubblico con la loro bellezza e simpatia. A far breccia è soprattutto Follesa che in più occasione si rivela mattatrice di risate e corona il sogno di un’intera generazione di donne, “sposando Simon Le Bon”.
Sanremo 2025, l’esibizione dei Duran Duran
Il momento che tutti aspettavano è però l’esibizione dei Duran Duran, che tornano a Sanremo a 40 anni dalla loro prima volta al Festival. Una performance che questa volta assume una valenza particolare, in virtù – o a causa – degli strani percorsi che si incrociano sul palco dell’Ariston. Insieme ai ‘Wild boys’ di Birmingham infatti c’è anche la bassista dei Maneskin Victoria De Angelis, esattamente 24 ore dopo il suo ‘collega’ di band Damiano David. Due scelte che creano più di un pensiero ai fans della band romana che temono il progressivo, se non definitivo, allontanamento dei due giovani artisti da quel progetto che li ha resi famosi in tutto il mondo, a favore di carriere soliste. Il medley dei Duran Duran è un concentrato di storia pop: ‘Invisible’, ‘Notorious’, ‘Ordinary world’, ‘Girls on film’, ‘Psycho killer’ e quindi la leggendario ‘Wild boys’.
Nel corso della serata c’è il tempo di stupirsi con il piccolo “almanacco vivente” del Festival, Samuele Parodi, che affronta – e vince – la sfida sulle statistiche, sui vincitori e le curiosità di 75 anni di kermesse; e ammirare la forza creativa della Compagnia del Teatro Patologico di Dario D’Ambrosi.
Sanremo 2025, l’omaggio a Iva Zanicchi
Il Festival omaggia quindi una delle sue regine: Iva Zanicchi. Vincitrice di tre edizioni, l’Aquila di Ligonchio riporta sul palco del Festival i suoi brani vincenti: ‘Non pensare a me’, canzone vincitrice nel 1967, ‘Zingara’, che vinse nel 1969, e ‘Ciao cara come stai’, vincitrice nel 1974.
Il fascino dell’Amerigo Vespucci irrompe all’Ariston in videocollegamento da Alessandria D’Egitto, con il comandante Giuseppe Lai che saluta il pubblico sottolineando l’orgoglio di “aver portato in giro per il mondo il tricolore, il suo ingegno il suo saper fare”.
A far sua la competizione tra le Nuove proposte è Settembre, con ‘Vertebre’. Il giovane artista napoletano si è agiudicato anche il Premio della Critica e il Premio della Sala stampa ‘Lucio Dalla’.La cinquina finale la decide, come ieri sera, il televoto e la giuria delle radio e vede l’ingresso dei Coma_Cose, Irama, Olly, Gabbani e la conferma di Brunori Sas.
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