Due figure agli antipodi nella nuova puntata
La nuova puntata di Pulp Podcast con Fedez e Mr. Marra, in uscita il 31 marzo alle 14:00, si preannuncia ricca di spunti di riflessione. Ospiti saranno due figure agli antipodi, ma forse poi non così tanto, nel modo di interpretare e raccontare la contemporaneità: da un lato un filosofo di strada: Chicoria, rapper e artista italiano, conosciuto per la sua capacità di analizzare la realtà urbana e per il suo approccio provocatorio alle dinamiche sociali e politiche, dall’altro Edoardo Prati, studente e influencer, il cui lavoro si distingue per la riflessione su temi come la letteratura, la cultura, l’educazione. Due visioni diverse, due linguaggi distinti, ma entrambi capaci di leggere la realtà con autenticità e profondità, un confronto aperto su questioni come l’ondata di violenza giovanile a Milano, istruzione, cultura e potere, senza tralasciare riflessioni profonde sulla società digitale e sulla narrazione distorta del successo.Il primo tema ad essere affrontato è l’ondata di violenza a Milano, con il fenomeno dei maranza e delle ronde, come il movimento Area 52. Edoardo Prati sottolinea la pericolosità della giustizia fai-da-te: “Nel momento in cui si crea la giustizia fai da te vuol dire che lo Stato ha fallito, effettivamente dove lo stato non arriva il cittadino pensa di dover far da solo. Io non credo ai tribunali del popolo”. Si discute della differenza tra autodifesa e violenza gratuita, con riferimento alle ronde che credono ‘di colpirne uno per educarne cento’. Fedez offre una prospettiva diversa: “Un principio di causa ed effetto. In assenza dello Stato, arriva chi si fa giustizia da solo. L’errore secondo me non è da imputare a chi sta compiendo queste cose, l’errore è sempre e solo da imputare allo Stato e a chi dovrebbe garantire un certo tipo di sicurezza”. Edoardo ribatte: “Vero, però è vero anche che esiste una coscienza personale che si sviluppa a scuola, è l’istruzione pubblica che ti dovrebbe fornire gli strumenti per capire che quello che stai facendo non va bene”. Fedez incalza: “E credi che lo stiano facendo?”, ottenendo una risposta negativa. Tuttavia, Edoardo ribadisce la sua fiducia nella scuola pubblica italiana, nonostante le difficoltà. Fedez poco dopo dichiara: “Io sono cresciuto in questa città, ho vissuto nelle periferie e ho vissuto nei quartieri quello che tu vedi e che noi chiamiamo maranza non è chi ruba per necessità, sono gruppi che si divertono a imporre la loro forza su altri. Chi ruba la collanina nel centro di Milano, le baby gang e i maranza non rubano per necessità”.
La responsabilità dello Stato
Continua il dibattito sulla responsabilità dello Stato e sulla repressione come possibile strumento di controllo. Edoardo afferma: “Se lo stato interviene solo nel momento dell’arresto e non su tutto quello che porta a quella criminalità vuol dire che sta risolvendo il sintomo, ma non sta curando la malattia”. Edoardo parla della cultura come strumento di prevenzione della violenza. Chicoria interviene parlando del fenomeno crescente di giovani che abbandonano la scuola, affermando con certezza che ciò porterà all’aumento della criminalità e aggiunge: “Secondo me, i moti perpetui che hanno sempre influenzato l’attenzione dell’uomo nel corso dei millenni sono due: l’amore e il combattere. Io credo che non ci sia alcuna differenza tra il testo di un ragazzo che fa trap e l’Iliade o l’Odissea, perché gli argomenti trattati sono sostanzialmente gli stessi”. Edoardo concorda e commenta. “Il fatto che il compito di educare sia passato dalla famiglia all’artista crea una situazione che non si è mai verificata nella storia. Nessuno ha mai pensato che, quando Omero parlava di Agamennone che combatte, stesse istigando alla violenza. Pensare che un ragazzo che ascolta Nicky Savage dopo abbia interiorizzato quel concetto e lo applichi, è una visione estremamente classista”. Fedez interviene e aggiunge: “In più, il ragazzo l’ha già interiorizzato. Se Nicky Savage ha scritto quella cosa e il ragazzo si riconosce in quella frase, significa semplicemente che si sono incontrati. Non è che il ragazzo interiorizza ciò che dice Nicky Savage, lo ha già interiorizzato prima e si ritrova nelle parole di Nicky Savage”.
La lotta di classe
Mr. Marra a questo punto chiede agli ospiti che cosa sia la lotta di classe nel 2025. Edoardo riflette: “Innanzitutto avere coscienza di classe, questo sarebbe un bel passo. Un tempo quando si parlava di lotta di classe tu lo sapevi chi era il padrone… oggi il padrone è molto sfumato”. Fedez afferma che oggi secondo lui non ha molto senso parlare di lotta di classe e fa una riflessione sulla società e sui social network che giocano un ruolo fondamentale nella costruzione dell’immaginario collettivo e nell’influenza sui giovani. La politica e la televisione tradizionale, secondo lui, non riescono più a comunicare con le nuove generazioni che ricevono gli impulsi principali proprio dai social, dove domina una narrazione illusoria: credi in ciò che vuoi e lo otterrai, i soldi facili sono a portata di mano, la vita perfetta è possibile. “Le giovani generazioni sono cresciute con l’idea del denaro facile, il denaro ti regala felicità, il denaro ti risolve tutti i problemi, è quello che hanno visto e, in parte, posso dire di aver contribuito anche io a creare questa narrazione”.
Riflessioni sui giovani
Tuttavia, dietro questa facciata patinata spesso si nasconde una realtà ben diversa e poi aggiunge: “Se tu dai come unica opzione per farcela a un ragazzo quella di diventare celebre, famoso, esporsi mediaticamente… è il motivo per cui non puoi fare impresa in questo paese, non riesci a fare startup. Sembra che l’unica via per chi non ce la può fare sia esporsi dimenticandoci, e lo dice la persona più sovraesposta d’Italia, che l’invisibilità è un super potere a volte”. Le riflessioni si susseguono, con Edoardo che ammette di aver sempre desiderato la fama perché per anni si è sentito emarginato, ma di aver poi capito che ciò che davvero conta è lasciare un segno significativo. Anche Chicoria condivide il suo percorso, raccontando di come abbia cercato il riscatto e il riconoscimento attraverso i graffiti e il rap. Edoardo interviene e chiede a Fedez se ha mai desiderato diventare famoso. Fedez risponde: “io volevo fare musica e volevo essere ascoltato, in realtà ho iniziato a fare musica senza la volontà di diventare famoso”. E poco dopo aggiunge “ho iniziato per spirito di aggregazione, non avevo amici e vedevo che potevi farti degli amici facendo rap. È un po’ babbo da dire, ma è la verità”. Si affronta anche il tema dell’inclusività e dell’evoluzione del linguaggio. Tutti concordano sul fatto che i movimenti per i diritti abbiano perso incisività, spostando l’attenzione da questioni fondamentali al dibattito sul politicamente corretto. Inoltre, sottolineano come la destra in Italia abbia guadagnato terreno perché la sinistra ha smesso di esistere in modo concreto. La puntata si chiude con una domanda di Mr. Marra ‘Qual è il più grande cancro dell’Italia?’. Cosa avranno risposto? La nuova puntata di Pulp Podcast offre dunque una riflessione profonda sulla società contemporanea, tra il potere dei social, il mito del denaro facile e il ruolo dello Stato. I temi trattati spingono a rivedere le convinzioni comuni, mettendo in luce diverse prospettive sulla realtà attuale. Un confronto che non solo intriga, ma invita anche a riflettere su ciò che siamo e dove stiamo andando.
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