La celebre regista si è spenta all'età di 93 anni. Lo scorso anno ricevette il Premio Oscar onorario
E’ stata la prima donna a ricevere una nomination all’Oscar come migliore regista. Un premio, il più prestigioso, che le è poi stato assegnato alla carriera. Il cinema piange Lina Wertmuller, scomparsa all’età di 93 anni. La grande regista romana “è mancata serenamente a casa, vicino alla figlia e ai suoi familiari”, confermano a LaPresse fonti della famiglia.
Sposata con il grande scenografo Enrico Job, nella sua vita Wertmuller esplorò diverse forme di espressione artistica passando dal teatro alla televisione fino al cinema, dove ottenne i maggiori successi. Lavorò sia per la radio sia per la televisione e in veste di autrice e regista alla prima edizione di Canzonissima e Il giornalino di Gian Burrasca con Rita Pavone protagonista maschile.
Si sposò con lo scenografo teatrale Enrico Job, con il quale ebbe un lungo sodalizio artistico.
Dopo gli inizi al fianco di Federico Fellini in ‘La dolce vita’ e ‘8½’, esordì come regista nel 1963 con ‘I basilischi’.
La svolta della carriera arrivò però nella seconda metà degli anni sessanta e fu anche il frutto della sua collaborazione con Giancarlo Giannini. L’attore è presente in tutti i suoi più grandi successi: da ‘Mimì metallurgico ferito nell’onore‘ (1972) a ‘Film d’amore e d’anarchia‘ (1973), da ‘Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto‘ (1974) a ‘Pasqualino Settebellezze‘ (1976), solo per citarne alcuni. Ed è proprio con ‘Pasqualino Settebellezze’ che Wertmuller stregò anche Hollywood entrando nella storia come la prima donna di sempre candidata al premio Oscar come miglior regista.
La statuetta arrivò solo nella cerimonia del 2020. E anche in quell’occasione, Wertmuller non passò inosservata: “Perché lo chiamiamo Oscar? Non vogliamo cambiargli nome con quello di una donna, che so, Anna?”, disse in occasione della cerimonia.
Prolifica fu anche la sua collaborazione con Paolo Villaggio, dalla quale nacque nel 1992 ‘Io speriamo che me la cavo‘.
Il 22 dicembre 2015 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris le conferì la cittadinanza onoraria della città.
In tanti l’hanno ricordata nel giorno della sua scomparsa a partire dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che l’ha definita “regista e intellettuale di grande finezza, che ha dato vita in tutta la sua prestigiosa carriera cinematografica a film e personaggi indimenticabili”.
Toccante il ricordo del suo storico collaboratore Valerio Ruiz, che sulla vita di Wertmuller realizzò pure il documentario ‘Dietro gli occhiali bianchi‘, un titolo che richiama il tratto più distintivo del suo look. “Mi porterò sempre nel cuore il suo cercare di vivere la vita con un po’ di leggerezza, cercando di investire bene il proprio tempo e di amare la vita in generale”, ha detto Ruiz, visibilmente commosso, facendo visita ai suoi familiari. “Ho tanti ricordi personali, quando ho girato il documentario su di lei abbiamo fatto un viaggio per tornare nei luoghi più importanti dei suoi film e della sua vita e di quello ho ricordi bellissimi, anche emozionanti. Non potrò mai scordare il momento in cui abbiamo realizzato questo documentario è stato bellissimo”.
La camera ardente sarà aperta venerdì in Campidoglio presso la Sala della Protomoteca. I funerali si svolgeranno sabato mattina alle 11.30 nella Chiesa degli Artisti a Roma.
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