Il film dedicato al grande cantautore milanese contiene aneddoti e storie non conosciuti raccontanti da amici e colleghi come Gaber, Conte e Dario Fo

Sarà presentato Fuori Concorso alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia il nuovo film di Giorgio Verdelli, ‘Enzo Jannacci Vengo Anch’Io’, dedicato al grande talento, spesso spiazzante, del cantautore milanese.

Nel film, prodotto da Sudovest Produzioni e Indigo Film, in associazione con Gianfranco Romano, con la partecipazione di Ala Bianca Group e Jando Music, ci si immerge, a bordo di un vecchio tram, in una Milano quasi senza tempo, in bilico tra ieri e oggi, per restituire, grazie ad uno straordinario materiale di repertorio, spesso inedito, e a prestigiose testimonianze di amici e colleghi, un ritratto di quello che Paolo Conte ha definito: “il più grande cantautore italiano”.

La sua spiccata sensibilità, artistica e umana, si è tradotta negli anni in una costante invenzione linguistica e musicale che gli ha permesso di muoversi con maestria tra canzone d’autore e cabaret, rock’n’roll e jazz, teatro e cinema. Grazie a un sapiente uso del montaggio, è lo stesso Jannacci il narratore del film. I momenti topici, le collaborazioni con l’amico Giorgio Gaber, con Dario Fo, l’incontro con Cochi & Renato, ma anche le avventure sui palchi, teatri, cantine e quella vocazione di medico che forse gli sarebbe piaciuto seguire di più, vengono raccontate in prima persona, recuperando le sue parole da un’intervista finora inedita, rilasciata nel 2005 allo stesso Giorgio Verdelli.

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Tanti i compagni di viaggio che impreziosiscono la narrazione con aneddoti e storie non conosciuti: da Diego Abatantuono a Cochi Ponzoni, Massimo Boldi e Nino Frassica passando per i racconti di colleghi come Paolo Conte, Roberto Vecchioni e Paolo Rossi. Nel film anche la straordinaria testimonianza di Vasco Rossi.

E ancora, l’omaggio affettuoso di J-Ax, i ricordi di Claudio Bisio, Dori Ghezzi, Dalia Gaberscik, Paolo Tomelleri, Gino & Michele, del fotografo Guido Harari, del suo regista abituale Ranuccio Sodi e di Fabio Treves ma anche gli attestati di profonda stima di Francesco Gabbani, Valerio Lundini ed Elio.

Il racconto più intimo e struggente è quello che fa il figlio Paolo davanti al pianoforte del padre, con cui visse un lungo sodalizio artistico. Paolo ha collaborato attivamente al docufilm realizzando anche una bellissima versione strumentale in forma di ballad di “Vengo Anch’io” e una di “Lettera da lontano” e ha messo a disposizione l’archivio personale.

“Sono felice di tornare alla Mostra del Cinema di Venezia con un progetto a cui tengo particolarmente, perché ero molto legato a Enzo e lo sono al figlio Paolo e l’assoluta disponibilità di tanti artisti che troverete in ‘Vengo anch’io’ mi ha davvero commosso”, ha dichiarato Giorgio Verdelli. “Ringrazio tutto il gruppo di lavoro, i produttori e in particolare Nicola Giuliano che ci ha creduto con molta determinazione, fin dall’inizio. Quando realizzai l’intervista che fa da ossatura a questo film, Enzo si era molto divertito e mi aveva subito dichiarato ‘finalmente si capisce cosa dico’ raccomandandosi poi con il suo produttore ‘Dobbiamo farne qualcosa di quest’intervista’. Ecco, Enzo, l’abbiamo fatto”, ha concluso il regista. 

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