Il maestro del brivido si racconta nel biopic di Simone Scafidi

Una vita vissuta nel segno dell’horror e passata a inseguire il…Panico. Dario Argento racconta se stesso nel film documentario di Simone Scafidi, presentato il 2 settembre alla mostra di Venezia nella sezione Venezia Classici e prodotto da Paguro Film. Il titolo è eloquente, trattandosi del maestro del brivido, anche se con la macchina da presa spenta la sensazione che si prova conversando con il regista 82enne non è quella del Panico. Il regista non si sottrae a nessuna domanda, nemmeno a quelle più scomode. A cominciare da quella sulla sua prima volta a Venezia, dove fino ad oggi non era mai stato invitato. “Sceglievano solo film ‘politici’ o impegnati, consideravano il genere che faccio io di pessima qualità. Oggi sono cambiati i registi ed è cambiata tutta la cultura. Cambiata in meglio“, rimarca Dario Argento. “Non ho sofferto – continua – il mondo che ho dentro di me mi ha sempre spinto a ribellarmi e che non mi invitassero mi sembrava una cosa giusta perché non mi trovavo bene io“. “Ma è stato anche piacevole, perché poi quando usciva un film qualche mese dopo il pubblico lo amava e tutto il mondo proseguiva in pace…”, è l’unico sassolino dalla scarpa che si toglie. Il maestro del brivido non si scompone nemmeno quando gli viene chiesto, come detto nei giorni scorsi tra il serio e il faceto dal collega Nicolas Winding Refn in una masterclass qui a Venezia, se è vero che abbia girato Suspiria sotto l’effetto della cocaina: “Questa è una sua ipotesi. Lui è una persona intelligente, colta e anche molto spiritosa. La sua risposta è stata intelligente, colta e anche spiritosa”, risponde abbozzando un sorriso.

Un biopic sul maestro del brivido

Il documentario – distribuito da Midnight Factory – è il primo biopic che esplora la vita e le grandi opere di Dario Argento, un viaggio tra fiction e realtà con la partecipazione di ospiti internazionali. “Il cinema mi ha aiutato a vincere paure? Spero di no, io ci convivo con le mie paure, ci sto a meraviglia”, risponde il regista.
Per Scafidi, “è stata una grande fortuna” avere Dario Argento in questa doppia veste di ‘attore’ nel documentario che lo racconta. “Si è messo davanti alla telecamera e meglio di così non poteva fare. Il suo è un cinema che non dà risposte, pone dubbi e scuote lo spettatore. Ho cercato anche io di fare questo e un po’ di scuotere pure lui”. Difficile anche oggi vederlo in concorso a Venezia, ma Dario Argento un sogno nel cassetto ce l’ha: “Mi piacerebbe moltissimo girare un film a Venezia, anche se sarebbe molto difficile e molto costoso. Qui è difficile spostare anche l’inquadratura, non a caso a Venezia ci girano i blockbuster che costano miliardi e noi non ce li abbiamo. Ho fatto tanti sogni su Venezia, sogni e incubi”. In ogni caso, è tutt’altro che accantonato il progetto per il suo prossimo film, remake di una pellicola messicana degli anni ’40 che avrà come protagonista Isabelle Huppert. “Isabelle è una mia carissima amica, il film stava andando avanti quando purtroppo io sono caduto e mi sono rotto il femore. Tra 6 mesi ricominceremo a trovare soldi e sponsor, quindi passeranno altri 6 mesi. Praticamente sarebbe pronto”. Intanto, il documentario presentato oggi sarà distribuito anche nei paesi nordamericani, anglofoni e ispanici. Per l’Italia c’è la volontà di organizzare proiezioni evento nelle sale per farne poi un home video.

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