I due protagonisti, interpretati da Léa Seydoux e George MacKay, vivono in un futuro prossimo dominato dall'intelligenza artificiale
L’amore ai tempi dell’intelligenza artificiale. Lo racconta il regista francese Bertrand Bonello nel film ‘La Bête’ in concorso alla Mostra del cinema di Venezia. I due protagonisti, interpretati da Léa Seydoux e George MacKay, vivono in un futuro prossimo in cui regna l’intelligenza artificiale e le emozioni umane sono ormai considerate una minaccia. Per liberarsene, Gabrielle deve purificare il suo dna: si immerge quindi in vite precedenti, dove rincontra Louis, suo grande amore. Ma la donna è vinta dalla paura, un presagio che la catastrofe è vicina. “Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura non potevo immaginare che il film fosse così contemporaneo con l’intelligenza artificiale”, dice il regista. “Oltre allo sciopero” di attori e attrici “in questa primavera ho letto tanti titoli sulle paure legate all’IA. Lo stesso creatore ha detto di avere creato qualcosa di più pericoloso della bomba atomica. Il 2044 è già troppo avanti nel tempo”, aggiunge riferendosi all’anno in cui è ambientato il film.
Bonello si dice comunque “ottimista” riguardo l’uso dell’intelligenza artificiale, “potremo utilizzarla per tante cose e può essere utile, ma serve cautela”. Il film è ispirato al racconto ‘La bestia nella giungla’ di Henry James. “Ho deciso di usarlo come punto di partenza, la prima idea era quella di un melodramma ma poi ho voluto anche far esplodere la storia mescolandola con la fantascienza. Ho pensato che paura e amore potevano essere spinti molto oltre ed è così che l’ho ‘tradito'”. Per il suo primo film di fantascienza, Bonello immagina un mondo “dove non c’è più internet, social, schermi o telefoni. E’ il mio modo personale di inventare il nostro futuro”. Il cinema, però, nella sua mente sopravviverà ai cambiamenti del tempo, compresa l’IA: “E’ un cambiamento fondamentale per il cinema e sarà sempre più difficile rispondere alla domanda su cosa sarà il cinema tra dieci anni, se anche le piattaforme resisteranno o crolleranno. Siamo tutti spaventati perché i budget sono sempre più difficili da trovare, ma spesso è nei momenti di crisi che escono film che rimangono nell’immaginario della storia del cinema. Il cinema non muore mai, anche se non so dove vedremo i film. C’è stato un momento con il covid che il cinema era davvero in grande difficoltà e tutti si sono rivolti alle serie tv. Ora anche l’industria delle serie sta affrontando momenti di crisi, almeno in Francia, e il cinema sta migliorando. La gente torna a guardare i film. Non solo l’industria, anche il pubblico sta cambiando. Io ritengo che il cinema non morirà”. Sull’assenza di Seydoux, il regista ha spiegato che “era difficile per lei venire qui sapendo che gli attori stanno lottando per la propria fonte di reddito”.
Il riferimento è allo sciopero, al quale ha aderito anche MacKay. A nome di entrambi, Bonello ha auspicato “che si arrivi a un accordo” e ha poi letto una loro dichiarazione: “Ci dispiace non esserci, ma la nostra assenza è il modo migliore per manifestare il nostro supporto allo sciopero. Speriamo che il film abbia un’accoglienza favorevole. E’ una scelta personale, ci uniremo alla promozione del film quando sarà concluso lo sciopero”. Un altro problema da superare in fretta per il bene del cinema.
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