“Oggi si parla tanto di chi sarà il prossimo leader, non abbiamo un leader, ma siamo sicuri che la risposta sia nel leader? Perché, innanzitutto, Berlinguer era un segretario e questa è una differenza semantica molto importante perché prevede un discorso fatto all’opposto quindi di ascolto. Chiunque ci parlava di lui ci raccontava del suo inquietante silenzio, di una persona che faceva parlare molto gli altri, ascoltava molto e desumeva”. Lo ha detto Elio Germano, durante la conferenza stampa del film ‘Berlinguer. La grande ambizione’ di Andrea Segre, che apre la 19esima Festa del cinema di Roma.
“C’era una ricchezza di punti di vista che venivano ascoltati, c’era una fatica, si vede anche nel suo corpo, c’era il dubbio che si stesse facendo la cosa giusta. C’era tanto di quello che oggi non abbiamo più, una modalità assembleare, collettiva, di risolvere le cose. Il Pci nelle riunioni faceva i verbali e li faceva fare dalle persone che si erano mostrate nel dibattito più contrarie. Questa era la dimensione collettiva che si è persa”, ha aggiunto l’attore rispondendo a una domanda sul confronto tra la politica degli anni ’70 e quella di oggi, sulla figura del capo politico che tanto agita soprattutto la sinistra.