Disco strumentale per il fondatore della storica band italiana di space-rock
Fabrice Pascal Quagliotti, storico leader dei Rockets, esce con un progetto solista: è 'Parallel Worlds', dal 23 ottobre disponibile in digitale e in tre edizioni limitate e da collezione con doppio vinile trasparente, doppio vinile nero, CD Book di 32 pagine. Un disco tutto strumentale, nello stile del tastierista della storica band, che proietta chi lo ascolta nei 'mondi paralleli' disegnati dall'artista con la sua inconfondibile musica elettronica. "Avevo in mente un progetto solista da 4 o 5 anni. Con 'Wonderland' – racconta a LaPresse – si è concluso il ciclo discografico dei Rockets e mi sono sentito autorizzato a farlo. È un album solo strumentale: siccome ho la passione del cinema, ho realizzato 14 brani che possono essere anche colonne sonore. Sono partito da un'idea e poi ho fatto la musica per quell'idea". Così ogni brano è una storia a sé, quella del primo uomo sulla Luna, quella di David Bowie, un omaggio al Duca Bianco, e tante altre. Il progetto ha avuto un'accelerazione anche 'grazie' al lockdown: "Avevo già cominciato, ma poi, chiuso in casa, ho lavorato full immersion, anche 15 ore al giorno, a volte dimenticavo di mangiare. Così, con la mente veramente libera, ho concluso l'album in 6 mesi, quando normalmente ci vogliono tre anni".
L’album, già disponibile in pre-order, vede la collaborazione in due brani dell'amico e collega Frederick Rousseau, compositore e musicista francese che ha lavorato con Vangelis e con Jean-Michel Jarre e ha collaborato a celebri colonne sonore come 'Blade Runner' di Ridley Scott e 'Alexander', di Oliver Stone.
Fabrice Pascal Quagliotti esprime tutta la sua attitudine compositiva e la sensibilità musicale che lo contraddistinguono, creando una colonna sonora del 21esimo secolo che trasporterà l'ascoltatore in un viaggio unico e ricco, attraverso un universo di suoni ricercati e d'avanguardia. L'artista è uno dei più grandi intenditori di synth: partito con un MiniMoog Model D, ha ben presto aggiunto alla sua collezione un Hammond L122, un Fender Rhodes, un Arp Odyssey, un Moog Modular, un Yamaha CS-80 e praticamente ogni altro sintetizzatore mai prodotto. Proprio il lato tecnologico ha sempre contraddistinto la musica dei Rockets, ma lui sottolinea che con gli strumenti di oggi, all'epoca, "sarebbe stato troppo, come una tavola imbandita davanti a qualcuno a digiuno da giorni. Le cose vanno assorbite piano, e quello che fa la differenza sono le tue idee".
Il nuovo progetto solista si affianca ai costanti tour con i Rockets. "Non faremo più dischi – spiega Quagliotti – si è chiuso il ciclo. Ma continueremo con i concerti, anche in base all'evolversi della situazione. Ne avevamo in programma uno a Lugano a novembre ma è saltato per l'emergenza sanitaria. Ma appena possibile torneremo sul palco".
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