Arriva un lavoro in studio del cantautore romano a sette anni dall'ultimo disco di inediti

Esce venerdì 4 dicembre il nuovo album di Claudio Baglioni, ‘In questa storia che è la mia’, a sette anni dall’ultimo disco di inediti ‘Con voi’. Quattordici brani, con un’ouverture, un finale e quattro interludi piano e voce, per “lasciare un segno”, come spiega lo stesso cantautore romano: “Il tempo è l’avversario micidiale di ognuno di noi. E per quanto lo affrontiamo, alla fine possiamo solo corrergli dietro. Il vantaggio di questo mestiere è pensare che resterà qualcosa dopo. Qui dico che ho vissuto per lasciare un segno. Ma questa è la speranza di tutti, che qualcosa resisterà, andrà avanti. Un tempo si diceva ‘incidere un disco’, quindi il senso è lasciare qualcosa di inciso”. L’uscita dell’album è stata preceduta dal singolo ‘Gli anni più belli’, colonna sonora del film omonimo di Gabriele Muccino, e, in questi giorni, dal brano ‘Io non sono lì’, del quale è già online anche il video, per la regia di Duccio Forzano. E il 3 dicembre l’artista lo presenterà in un evento speciale trasmesso da RaiPlay e Rai Radio2. Al centro c’è l’amore, e l’influenza che ha nel corso di tutta la vita, e che, spiega Baglioni, dovrebbe avere anche in un momento difficile come quello che stiamo attraversando. “L’amore alla fine molte volte deve nascondersi – spiega – perché il mondo lo minaccia. Molti oggi paragonano la situazione che stiamo vivendo al dopoguerra, ma non è così. Nel dopoguerra l’amore esplose, la gente si voleva bene e si aiutava. Si era sicuri che il domani sarebbe stato meglio dell’oggi. Adesso no, non è così. Oggi domina il cinismo, non certo l’amore. Anche se quella sarebbe la speranza, perché da soli non si va da nessuna parte. Ma sarebbe un peccato se non sapessimo prendere il meglio da quello che sta succedendo. Io non so quale sia questo meglio, ma certamente dovremmo cercare di migliorare, invece mi sembra che non si stia facendo nulla”.

Il lockdown ha influito anche sulla sua vita e sul suo lavoro: “La mia vita personale non è cambiata molto, non sono mai stato uno che la sera usciva tanto. Anzi spesso ho avuto bisogno di stare da solo, anche per rifiatare. Ma dal punto di vista della composizione mi sono proprio fermato, ero come paralizzato, perché la situazione mi sembrava davvero irreale. Sono stato fermo 3-4 mesi, poi ho finito il disco”. Che non è però legato a questo periodo: “Penso che la funzione dell’arte sia anche quella di astrarsi, restare distinta dalla cronaca quotidiana”.

Il progetto dell’artista ora è quello di presentare il nuovo lavoro al pubblico in una serie di appuntamenti straordinari. Baglioni tornerà infatti sulle scene live nel 2021 con lo spettacolo ‘Dodici note’ (che è anche il titolo di uno dei brani), in cui la musica e le parole del cantante e compositore si fonderanno in una dimensione live di pop-rock sinfonico che unirà grande orchestra classica, coro lirico, big band e voci moderne. Il tour partirà dalle Terme di Caracalla di Roma, dal 4 al 18 giugno 2021: 12 serate con l’orchestra sinfonica, il coro lirico, il suo gruppo di solisti e coristi. A questi 12 concerti, seguiranno 4 appuntamenti live in due teatri luoghi d’arte unici al mondo: il 16 e 17 luglio al Teatro Greco di Siracusa e l’11 e 12 settembre all’Arena di Verona. Una ripartenza in grande stile dopo l’emergenza sanitaria che ha messo in ginocchio il settore: “Siamo rimasti tutti appiedati in questa situazione. Conosco le storie personali di molti che lavorano in questo settore, tante maestranze che sono in difficoltà. Io non ho ricette, anche firmare appelli ai governi perché aiutino il mondo dello spettacolo è un’iniziativa importante ma non risolutiva. Credo che dobbiamo rimboccarci le maniche e cercare di provvedere anche personalmente. Io e alcuni miei colleghi lo abbiamo fatto. Perché bisogna tenere presente che è venuto a mancare il 100% del lavoro”.

Baglioni spiega che l’album è stato “ideato e composto come una volta: vero, sincero, fatto a mano e interamente suonato. È un progetto al quale ho dedicato tutto me stesso, a partire dalla scrittura, strutturata come non accadeva da tempo, su linee melodiche e processi armonici che la musica popolare sembra offrire sempre meno”. Tenendo sempre a mente che “l’amore può essere sorprendente, anche di fronte a tutto ciò che può essere ostile e nemico: due persone si uniscono, per affrontarlo insieme”. “Man mano che si va avanti – conclude Baglioni – forse si ha un po’ meno da dire, ma si cerca di farlo meglio. So bene che ci sarà sempre il confronto con quello che c’è stato prima, che non si potrà mai superare. Ma più che nostalgia, qui c’è un fermare il tempo. Di nuovo”.

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