Fondata da Oksana Lyniv (ora direttrice del teatro Comunale di Bologna) nel 2016, è composta da giovanissimi musicisti dai 14 ai 22 anni.
Le note dell’inno nazionale ucraino nella cornice di piazza Castello a Torino. A esibirsi la Youth Simphony Orchestra of Ukraine, ospite al media centre ‘Casa Italia’, dove è stata accolta dalla vice-sindaca della città, Michela Favaro, in occasione di Eurovision. I quindici musicisti, originari di molte città ucraine, tra cui Kharkiv, Dnipro, Kiev, e alcuni ospiti in diversi Paesi in Europa, sono accompagnati dalla loro direttrice per il festival, Natalia Stets. L’orchestra è stata fondata da Oksana Lyniv (ora direttrice del teatro Comunale di Bologna)nel 2016 ed è composta da giovanissimi musicisti dai 14 ai 22 anni.
“Il nostro messaggio – sottolinea Stets a LaPresse – è la nostra cultura, vogliamo mostrare che siamo un Paese con una grande cultura, una meravigliosa musica. In questo momento difficile, l’arte ha una grande forza per parlare di ciò che succede. Abbiamo sufficienti momenti tristi, momenti dolorosi, le nostre famiglie e amici sono in grande difficoltà, ma con la nostra voce vogliamo mostrare all’Europa la nostra musica e i nostri giovani talenti. Per noi è molto importante, abbiamo un linguaggio universale che è quello della musica. Possiamo parlare solo attraverso la musica perché le parole non sono abbastanza per esprimere quello che sentiamo. Noi suoniamo con una grande passione ricordandoci del nostro passato e con la speranza per il nostro futuro”. Da Torino e dall’Italia “ci sentiamo accolti molto calorosamente, ci sono delle persone eccezionali con un grande cuore, è un Paese fantastico. Noi ci sentiamo molto vicini alla mentalità italiana, gli italiani sono molto aperti e molto sensibili, quindi ci sentiamo molto bene”.
Tra i giovani musicisti c’è tanta emozione e voglia di far conoscere il proprio Paese al mondo: “E’ una grande responsabilità ma è anche una grande occasione”, sintetizza Anna Makarova, violinista di 20 anni, originaria di Dnipro ma che ora vive a Bratislava con alcuni membri della sua famiglia. “Mi sento molto commossa – aggiunge, dopo avere suonato l’inno nazionale sulle scale di Palazzo Madama-. E’ importante per me essere qui perché noi ci sentiamo a volte in colpa perché siamo al sicuro, mentre altri non sono qui con noi. Sappiamo che è tutto ciò che possiamo fare ma è importante essere qui a suonare il nostro inno, a parlare del nostro Paese”. “Ringrazio Radio Immaginaria – evidenzia Favaro – che ha organizzato questo momento è do il benvenuto ai ragazzi. In questi giorni di festa per Torino, non dobbiamo dimenticarci che c’è una guerra e la musica può essere uno strumento di pace e amicizia tra i popoli. La città con questo evento può dare un messaggio di pace che passerà i confini di Torino e dell’Italia. Da qui voglio che parta un messaggio di pace affinché la guerra cessi il prima possibile”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata