Il cantautore romano riscopre la sua anima di chitarrista

Al centro del suo universo musicale c’è il blues, ma intorno gravita una costellazione di suoni e generi che vanno dal jazz al funk, dalla fusion al soul fino al rock. In sintesi: “blues e dintorni”. Così Alex Britti descrive il suo nuovo album Mojo (“Il titolo fa riferimento a un amuleto, un portafortuna, anche se io non credo tanto nella fortuna quanto nel ‘sintonizzarsi con il mondo”).

La cover del nuovo album di Alex Britti

Il primo album interamente strumentale della sua carriera uscirà l’1 luglio per l’etichetta It.Pop. Il 53enne cantautore romano questa volta accantona il pop e fa parlare l’amata chitarra per dieci tracce e quasi un’ora di musica. Come ai tempi del Big Mama, il locale romano dove ha mosso i primi passi della sua carriera, ma con un’altra consapevolezza artistica. “E’ vero, ci sono le origini, ma forse ai tempi dei locali ero più ‘talebano’. Stavo ancora cercando una mia identità, il mio sound somigliava a qualcosa di più passato. Ora penso di avere un suono più attuale, più originale”, dice Britti, intervistato da LaPresse alla Casa del Jazz a Roma, dove sabato si esibirà nella tappa di ‘casa’ del suo Mojo Tour.

“In ogni mio disco c’è sempre almeno un pezzo strumentale, l’ho sempre infilato per forza. Ho deciso di fare un album strumentale perché volevo evitare che, per trovare la mia chitarra, si dovesse cercare tra una canzone e l’altra”, spiega ancora, prima di precisare: “Non c’è un nuovo Alex Britti, sono quello di sempre. L’unica cosa è che non sto con una major, ma un progetto non esclude l’altro. In testa ho un sacco di cose. Continuo a scrivere, non lo faccio apposta. E poi sarò in tour per tutta l’estate”.

Del resto, è l’anno della ripartenza dopo il lungo immobilismo causato dalla pandemia. “La cosa più strana, per me che sono abituato a fare questo lavoro da sempre, è stato vedere le valigie vuote in un angolo della casa. Adesso sembra tutto finito, ma questo inverno i concerti erano ancora bloccati”. Britti vede comunque il bicchiere mezzo pieno: “Cerco di prendere sempre il buono delle cose, il lockdown mi ha fatto stare tanto col mio piccoletto, con cui ora ho un rapporto fantastico. Ho fatto il papà a tempo pieno e ci siamo divertiti molto”, dice parlando di suo figlio Edoardo, che proprio oggi festeggia cinque anni. E forse è proprio la paternità la cosa che più lo ha cambiato: “Cosa cambia tra il Britti di oggi e il Britti ‘talebano’ degli inizi? Meno capelli, più rughe e più chitarre”, sorride il cantautore. “Sono diventato padre da non tantissimo e questo sposta molto, ti dà un’altra percezione delle cose. Non si cambia negli anni, allarghi la percezione”.

Di certo, la sua Roma è cambiata molto in questi anni. Il ‘suo’ Big Mama ha da poco chiuso i battenti. Altri club storici per la musica dal vivo come ‘il Locale’ sono spariti da tempo. “E’ abbastanza triste il fatto che non ci siano più. Ma ne ho visti chiudere tanti, di locali. Ora anche il concetto di locale è diverso: la gente cerca spazi più grandi, non nel centro di Roma. Posti ‘fichi’ con ampio parcheggio fuori. Sinceramente, mi fa più tristezza la mondezza per le strade e la microcriminalità piuttosto che un locale che chiude. Tutto il mondo vive di alti e bassi, Roma ha avuto soprattutto tanti bassi. Ma dopo gli ultimi anni terribili mi sembra che la città si stia riprendendo”.

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