Musica, Materazi Future Club in campo con ‘Formazione Titolare’

Il trio racconta il loro progetto tra poesia, punk e il romanticismo ingenuo del calcio

I Materazi Future Club sono tre coinquilini milanesi che nel 2020 hanno deciso di unire musica disco-punk con le interviste più famose del mondo del calcio, puntando sulla poesia e il romanticismo ingenuo che gli appartiene. Giovedì 15 dicembre tornano ‘in campo’ presentando all’Arci Bellezza di Milano il concerto ‘Formazione Titolare’, 12 tracce di una formazione completa con Zeman idealmente alla guida della squadra.

Rispettivamente tifosi di Roma, Inter e Milan, Edoardo, Riccardo e Marco hanno esordito con ‘De Rossi’, salendo sul palco con le maschere ‘alla Chiellini’. Ma “l’identità non è nascosta”, racconta Edoardo, intervistato da LaPresse insieme al resto della band: “Portiamo le maschere perché all’inizio avevamo pensato a un’impronta estetica da dare al progetto. Abbiamo trovato una foto di De Rossi, quando dovevamo fare la copertina, dove aveva la maschera. Ci siamo detti ‘potremmo prendere anche noi queste maschere’. Dopo l’idea di mettere le maschere, a noi non piacciono le cose non giustificate. È un po’ tipo i Tre Allegri Ragazzi Morti: Toffolo parla di sé stesso ma parla soprattutto dei suoi personaggi, dei suoi fumetti, quindi non è necessario che faccia vedere il suo volto. Non siamo noi che stiamo raccontando qualcosa di noi stessi, che si veda o non si veda il volto chi se ne frega”. ‘De Rossi’, che oggi chiude il disco, è stato scelto da Edoardo nel 2020 “perché è sempre stato uno dei miei calciatori preferiti in assoluto. Giocavo difensore centrale, c’era anche un po’ di impostazione nel mio gioco e volevo essere come lui. Mi piaceva tantissimo perché sapeva sia difendere, sia attaccare, era legatissimo alla maglia, era proprio un idolo estremo e mi esaltava come nessuno”. Dopo De Rossi è stata la volta di Gattuso, Cassano, Ronaldo e Luciano/Eriberto con la voce di Max Collini, ex cantante degli Offlaga Disco Pax – di cui i tre sono “iperfan”, come precisa Marco – la presenza vocale dei calciatori si fa sempre più rarefatta.

L’approccio dei tre, molto punk, ricorda I Cani di Niccolò Contessa, e Riccardo concorda: “Il loro era totalmente un approccio punk: non saper di base suonare, poi lui (Contessa, ndr) ha imparato dopo. Non saper i suoni, usavi i primi che avevi lì a disposizione. Queste batterie e drum machine forsennate. Il primo disco dei Cani era un disco punk a tutti gli effetti. A parte le drum machine, nel nostro album è quasi tutto suonato”. “I pezzi inizialmente non li abbiamo fatti pensando a una formazione vera e propria. Poi c’è venuta l’idea di far la formazione. Quindi è iniziata una discussione sulla tracklist del disco: la facciamo esattamente come una formazione (portiere, difesa, eccetera) o come un vero disco, scegliendo i brani da mettere”, spiega Riccardo. La scelta di campionare le voci dei telecronisti e dei calciatori, invece di parlare come fa Collini nelle sue canzoni, nasce perché “saper parlare è difficilissimo”. Dopo alcune discussioni “abbiamo deciso di farlo come un vero disco. Cambiando la formazione, è successo inconsciamente di avere le orecchie un po’ più libere per farlo fluire un po’ meglio”. C’è un crescendo nel disco con Jaap Stam, con cui secondo Edoardo era necessario uno stacco, “perché ti sfondi effettivamente i timpani e quindi hai bisogno di un sound un po’ più morbido”. Tra calcio e telecronaca è inevitabile il riferimento alla Gialappa’s, che i tre acclamano in coro. Perché il progetto nasce anche grazie a “nottate passate con gli amici a guardare le cagate su Youtube tipo Soviero”, che Riccardo non conosceva prima. Il richiamo alla Gialappa’s si fa quindi “ovvio, infatti in ‘Zeman’ torna anche quello”. Un feat con loro sarebbe “potente”, dice Marco, e Riccardo lo troverebbe “bellissimo”. Il disco si apre con ‘Materazzi‘, “proprio un intro che verrà riutilizzato anche dal vivo”, racconta Edoardo. E dentro si trovano riferimenti calcistici che ormai sono diventati culturali, con “alcune chicche che magari non si conoscono, come Soviero o la storia di Luciano”. Nel brano ‘Giuseppe Rossi’, “il punto clou a livello di senso, ‘quanto è bello ricominciare’. È uno che sembrava potesse arrivare al top, poi si è rotto. Poi si è rotto per un botto di anni, poi è tornato, è morto e risorto mille volte. Alla fine dopo una grande carriera non ha vinto niente”. Sul fronte del Mondiale in Qatar, Edoardo sta “tifando forte Marocco, ovviamente. Ci sta un po’ che l’underdog vada avanti, ma prenderà una scoppola insensata. Sta andando tutto troppo bene”. Sconsolato conclude: “Tifo Roma da trent’anni, i sogni non si realizzano mai. Quindi non credo si realizzeranno”. Dopo Milano sarà la volta dei Magazzini sul Po a Torino il 27 gennaio, a cui seguiranno la data del 17 febbraio al Bainait di Montecchio Emilia (RE) e del 24 febbraio al Zo di Catania, e nel 2023 “il vero tour”.