L'ex Oasis regala i classici della band in una serata riscaldata anche dal blues dei Black Keys
“Tonight I’m a Rock’N’Roll Star”, recita il ritornello di uno degli inni manifesto degli Oasis, quella ‘Rock’N’Roll Star’ dall’album perfetto di esordio della band di Manchester, ‘Definitely Maybe’. E quando Liam Gallagher nella sera milanese urla a squarciagola quei versi nella seconda canzone del suo set, dopo l’apertura con ‘Morning Glory‘, il popolo degli Oasis è già nelle sue mani, consapevole di avere ancora davanti una delle ultime rockstar in circolazione. Camminata ciondolante e sbruffona, giacca a vento anorak simil parka e bermuda cargo, in classico stile Britpop, tamburello in mano, Liam tiene in pugno il suo pubblico sul palco degli I-Days Milano all’Ippodromo La Maura. Quella cosa o ce l’hai o non ce l’hai, e ‘Our Kid’, ‘Il nostro ragazzo’, come lo chiamava ironicamente il fratello coltello Noel quando voleva punzecchiarlo, di carisma, stile e presenza sul palco, ormai arrivato al traguardo dei 50 anni, ne ha ancora da vendere. La sua band lo asseconda senza sbavature, privilegiando il lato più elettrico e sporco del sound Oasis mentre Noel nella sua versione solista declina in chiave più pop ed orchestrale le canzoni del gruppo mancuniano, peraltro tutte scritte da lui, unica mente creativa della band.
Liam propone anche alcuni brani della sua carriera post-Oasis, che ovviamente senza il tocco magico della penna di Noel, non sono paragonabili alle canzoni del gruppo ma che risultano comunque godibili, e nel caso della ballatona ‘Once’, vengono cantati in coro dall’audience con lo stesso entusiasmo riservato ai classici della band regina del Britpop. Per il finale però Liam, generoso con il suo pubblico, regala i classiconi: ‘Cigarettes and Alcohol‘, ‘Wonderwall‘, introdotta dal tifoso del City Gallagher con una frecciata ai tifosi dell’Inter per la sconfitta nella finale di Champions, e la, cavalcata epica di ‘Champagne Supernova‘, che manda a casa felici i fan al termine di una giornata agli I-Days che ha visto anche le esibizioni dei Nothing But The Thieves e degli americani Black Keys, a conferma delle buone scelte in cartellone di questa edizione del Festival nella doppia location dei Ippodromi milanesi. La band dell’Ohio in realtà era co-headliner insieme a Gallagher e ha suonato un set ricco, sul classico canovaccio di quel blues rivisitato in chiave moderna che ha fatto del duo di antidivi composto da Daniel Auerbach e Patrick Carney uno dei nomi di punta degli anni 2000. Assisti da un’ottimo gruppo di session men, I due hanno sciorinato la loro ricetta scaldando il pubblico milanese (ma molti erano lì proprio per loro) con uno show dal profumo di Mississipi, terminato con la hit ‘Lonely Boy‘.
Stasera all’ippodromo La Maura é in arrivo un altro nome grosso, quello dei Red Hot Chili Peppers, con un altro cartellone stuzzicante che prevede anche la band inglese culto dei Primal Scream e gli Skunk Anansie della quasi milanese di adozione Skin.
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