Ha lavorato con grandi nomi della musica italiana. L'annuncio di Franco Mussida, fondatore dell'istituto Cpm per il quale l'artista lavorava come docente
E’ morto a 68 anni Giorgio Cocilovo, storico chitarrista di Renato Zero. Nella sua carriera, iniziata negli anni 70, ha lavorato con i grandi nomi della musica italiana, da Al Bano a Eros Ramazzotti fino a Gigi D’Alessio. Ma tra tutti i legami artistici spicca quello di lunga durata con Zero. A dare notizia della sua scomparsa è Franco Mussida, fondatore e direttore dell’istituto Cpm dove Cocilovo era docente, in un lungo post sui social: ‘Tutta l’Italia – tutta l’Italia- tutta l’Italià”, come recita lo slogan musicale di Sanremo 2025, stava sul divano ed io lavoravo alla stesura di uno spettacolo per San Patrignano, sbirciando qua e là tra le pieghe del programma più popolare degli italiani, il suono del campanello del cellulare mi preannunciava un messaggio, con la notizia che il cuore di Giorgio, di Giorgio Cocilovo, uno dei più bravi e famosi chitarristi italiani, per anni in prima fila nell’orchestra di Sanremo, nel gruppo dei musicisti di Renato Zero, presente in centinaia di registrazioni dei più famosi idoli e cantautori della nostra Musica Popolare, aveva cessato di battere”, si legge in un lungo post su Facebook.
“Mentre su quel palcoscenico, illuminato dai fari e da un entusiasmo che pare non avere limiti, nascono giovani stelle, una stella, altrettanto luminosa, ma che si vede appena, una di quelle che vivono nel cono d’ombra di quei fari, si era spenta” aggiunge.
“Stare nell’ombra è il destino dei musicisti di servizio, di tanta gente brava e saggia che non smette mai di studiare e di sperimentare Che suona e insegna umilmente ai ragazzi a suonare – prosegue Mussida ricordando l’amico e collega Cocilovo – li aiuta a scoprire e sperimentare il bello di una missione, più che di un mestiere, quello di emozionare la gente attraverso la magia della Musica”.
E ancora: “Rimarrà nei tanti amici di Musica che hanno lavorato con lui, che con lui hanno fatto centinaia di Tour in Italia e all’estero, nei cosiddetti ‘addetti ai lavori’, manager compresi. Un segno forte lo lascerà anche nei tanti, tantissimi allievi che ha avuto in decine di anni di carriera. Di certo lo lascerà in me”.
“Giorgio è stato fin dal 1985 uno dei ‘pionieri’ del CPM – si legge ancora nel post – Insieme a tanti straordinari amici musicisti, ha contribuito a far riconoscere il Jazz e la Musica Popolare alle nostre Istituzioni pubbliche. Gli impegni della professione lo avevano allontanato per anni dalla scuola”. “Buon viaggio – conclude Mussida – e grazie Maestro Giorgio per l’etica dei tuoi comportamenti, per tutti gli insegnamenti che ci hai dato!”.
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