Dopo la rinuncia di Olly sarà il cantautore toscano a portare l'Italia a Basilea col successo 'Volevo essere un duro', secondo a Sanremo 2025

Lucio Corsi vola all’Eurovision 2025 con tanto di polemica. Atteso come il primo giorno di primavera, il cantautore toscano arriva all’incontro con la stampa a Milano con il solito stile solare: cappello fedoria, giacca a righe bianca e nera con inserti azzurri, pantaloni gialli e stivali. In spalla l’inseparabile chitarra con cui inizia a cantare il lato tragicomico della vita attraverso le canzoni del suo nuovo album, ‘Volevo essere un duro’, in uscita venerdì 21 marzo, primo giorno di primavera. 

Lucio Corsi, all’Eurovision 2025 dopo la rinuncia di Olly

“Pochi anni fa suonavo in un locale a Napoli con due spettatori”, racconta. Questo prima che il palco dell’Ariston lo lanciasse alla ribalta e a poche settimane dall’Eurovision Song Contest 2025 a Basilea, dove, il 13 maggio, rappresenterà l’Italia dopo la rinuncia di Olly. “Questo momento me lo sto vivendo bene e sono felice, il fatto di essere circondato dai ragazzi che suonano con me da una vita, amici e fratelli come Tommaso, ci tiene con i piedi per terra a vicenda”, spiega Corsi. “Quando ho saputo che Olly rinunciava e toccava a me andare all’Eurovision ho parlato con Tommaso Ottomano e con gli altri ragazzi, eravamo dell’idea di andare perché eravamo in ballo e volevamo continuare a ballare. Andiamo lì con lo stesso identico spirito con cui siamo andati a Sanremo e con la stessa linea e direzione, senza fronzoli o fuochi d’artificio, senza cambiare la canzone. Lì fa tanto come porti in scena la canzone, ma noi vogliamo concentrarci sulla musica, sugli strumenti, andiamo dritti, scarni. Sarà molto in linea con quello fatto all’Ariston, forse avrò un’armonica in più”.

Lucio Corsi, il nuovo album ‘Volevo essere un duro’

Lucio Corsi rimbalza tra il pianoforte e la chitarra acustica suonando i nove brani dell’album che prende il nome proprio dalla canzone arrivata seconda all’Ariston, un lavoro durato due anni e che ora finalmente vede la luce: “Nelle forme di espressione credo che la cosa a cui si debba tendere è il cambiamento. In questo disco ho cercato una trasformazione soprattutto a livello testuale, cercando di non staccare più di tanto i piedi da terra. Ho cercato di cantare in maniera chiara e diretta di persone”. Tra ricordi di infanzia e adolescenziali nascono canzoni che raccontano personaggi senza rinunciare al sogno e alla fantasia, come ‘Francis Delacroix’, un talking blues sul fotografo “bugiardo più autentico che abbia mai conosciuto”, o ‘Let There Be Rocko’ il meraviglioso racconto di un bulletto delle medie, “mostruoso come solo a quell’età si riesce ad essere”.

Corsi presenta un disco che parla della sua infanzia e adolescenza “ma anche quella di altre persone mischiate ai miei ricordi. Ci sono tanti personaggi, amicizie, amori”. E descrive “noia e pace” come due sentimenti dal confine “molto sottile” e che ha imparato a conoscere da ragazzo. “Spesso in provincia si respira quella pace che è noia e viceversa. Io sono felice di questo, per me è una fortuna essere cresciuto in campagna in provincia di Grosseto, perché c’era quella noia con la quale bisogna imparare e fare i conti ed è inutile fuggire, bisogna trovare un modo per dialogarci. Bisogna avere una relazione con il silenzio anche se è difficile avercela perché poi vengono fuori i pensieri. Io non ricerco il silenzio per dormire, ma è fondamentale sulla musica. La noia della provincia è fondamentale perché ti porta a fuggire con l’immaginazione”.

Anche se Milano, dove vive adesso Corsi, non è famosa per il silenzio. “Sono venuto via dalla Maremma dopo il liceo per venire a Milano per fare della musica un mestiere, ho suonato tanto in strada e questo mi ha insegnato molto perché devi fare in modo che le persone si fermino e restino lì, uno show continuo ma una grande scuola. Della città soffro la grande quantità di persone, ma non ci sputo sopra, è stato necessario il mio microscopico spostamento. Nel quartiere Niguarda ho trovato una mia dimensione, un paese inglobato nella città con la trattoria dove vado sempre. Ci sto bene lì”.

 

Lucio Corsi e la polemica sulla parola ‘zingari’: “Giusto farlo nelle canzoni”

“Altalena Boy è un pezzo uscito dieci anni fa, il fatto di poter raccogliere una voce di piazza e metterla all’interno di una canzone è una cosa che le canzoni ci permettono di fare e va fatta”. Lucio Corsi ha risposto così alle polemiche sorte nei giorni scorsi per le parole di Rašid Nikolic, marionettista torinese di origine rom, che ha accusato il cantautore toscano di aver utilizzato stereotipi contro le comunità nomadi all’interno della canzone del 2015, Altalena Boy. In un verso Corsi, riferendosi a un bambino scomparso dopo un giro della morte su una giostra, canta: “C’è chi dice l’hanno preso gli zingari. E l’han portato in un campo fuori Roma”. 

Lucio Corsi e il ‘Club Tour 2025’

L’impatto di Corsi sulla scena musicale italiana dopo l’esperienza del Festival è misurabile dal boom di biglietti venduti per i live: già tutto esaurito per il ‘Club Tour 2025′, in partenza il 10 aprile, a cui seguirà il tour ‘Estate 2025’, 25 nuove date nei principali festival italiani che vanno ad aggiungersi agli appuntamenti di ‘Ippodromi 2025’ a Roma il 21 giugno e a Milano il 7 settembre. “I live saranno molto rock and roll. La formazione base è la banda con cui suono dai tempi del liceo, siamo in 7 sul palco. Io mi alterno tra chitarra acustica, elettrica, piano, un po’ l’armonica, poi ci sono due chitarristi, un organo, un piano, batteria, coro. Gli ippodromi sono spazi enormi, lì la formazione è sempre di 7 ma in quelle due occasioni sarà allargata con fiati, cori, percussioni. Non vedo l’ora”.

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