Prima tv assoluta il 21 giugno per la nuova docu-serie prodotta da Formasette per Warner Bros. Discovery

La febbre dell’oro è più attuale che mai, e arriva anche in Italia: andrà in onda su Dmax (canale 52 del digitale terrestre) la prima docu-serie tutta italiana che racconta l’emozionante avventura legata al mondo dei cercatori di miniere aurifere. Si chiama “Monte Rosa: La miniera perduta” e la prima tv assoluta sarà il 21 giugno alle 21:25

Una lotta per la sopravvivenza e il miraggio di un tesoro

Nel solco della tradizione delle più grandi serie factual di avventura, adrenalina e mistero prodotte negli anni e diventate cult sui canali Discovery di tutto il mondo, il format Monte Rosa: la miniera perduta (prodotto in Italia da Formasette per Warner Bros. Discovery) racconta l’emozionante ricerca di un leggendario filone aurifero tra le falde del Monte Rosa. Una lotta per la sopravvivenza portata avanti con caparbietà e competenza da 5 impavidi esperti e alimentata dal miraggio di uno straordinario tesoro. Franco lo storico, il geologo Giorgio, gli ‘anziani’ del gruppo, con l’alpinista e speleologa Paola, lo speleologo Matteo e Gabriele, esperto di sopravvivenza, sono stati ingaggiati da un filantropo milionario per scoprire se un tesoro inestimabile potrebbe ancora dormire nella pancia del Monte Rosa.

 

Un territorio ricco di storia

Il dato storico di partenza è noto: già in epoca neolitica, tra le colline al confine tra Piemonte e Valle d’Aosta, nella zona dell’odierna Riserva Naturale di Bessa, si era insediata una popolazione celtica dedita alla ricerca e all’estrazione dell’oro, accumulando grandi ricchezze in poco tempo. Erano i Salassi, che successivamente, furono attaccati ripetutamente dall’Impero Romano nella speranza di ottenere – senza successo – il controllo dell’estrazione del prezioso metallo. Costretti a riparare sugli elevati passi alpini del Massiccio del Monte Rosa, vissero a lungo proseguendo in attività estrattive sempre più sofisticate. Nei secoli quella zona venne sfruttata su scala industriale sia da privati che da grandi compagnie minerarie del Regno Sabaudo, ma oggi continui, casuali ritrovamenti di piccole vene d’oro, pepite o pagliuzze nella zona fanno pensare che il leggendario filone del Salassi sia ancora lì, in attesa di essere ritrovato. Le telecamere di Dmax si inoltrano nel cuore del massiccio del Monte Rosa, tra le selvagge montagne della Val Antrona e della Val Anzasca, per seguire da vicino i cinque avventurieri sulle tracce del filone dei Salassi, con l’obiettivo di portare alla luce, tra arrampicate mozzafiato di pareti rocciose, caverne da esplorare e laghi e fiumi in cui ‘spiattare’, la più importante vena aurifera che si sia mai vista in Italia.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata