Dopo lo stop alla messa in onda da parte del sindaco del capoluogo pugliese, Antonio Iazzi
Dopo lo stop da parte del Tribunale civile di Taranto, slitta ufficialmente la messa in onda su Disney Plus della serie tv ‘Avetrana – Qui non è Hollywood’, sull’omicidio di Sarah Scazzi. Lo hanno confermato la casa di produzione della serie, Groenlandia, e Disney. In una nota scrivono che “per ottemperare al provvedimento emesso in assenza di contraddittorio tra le parti dal Tribunale di Taranto, il lancio della serie attualmente intitolata ‘Avetrana – Qui non è Hollywood’ è rinviato. Le parti non concordano con la decisione del Tribunale e faranno valere le proprie ragioni nelle sedi competenti”. I giudici pugliesi hanno firmato un provvedimento di sospensione in via cautelare della messa in onda della serie, dopo il ricorso d’urgenza da parte del sindaco del comune di Avetrana, Antonio Iazzi, secondo cui “la messa in onda del prodotto cinematografico rischia di determinare un attentato ai diritti della personalità dell’ente comunale“.
Avetrana, Anica e Apa: “Stop serie decisione senza precedenti”
“Anica e Apa esprimono la più viva sorpresa per la decisione senza precedenti, espressa dal Tribunale di Taranto, di sospensione cautelare della messa in onda della serie ‘Avetrana – Qui Non è Hollywood’, prodotta da Groenlandia e Disney. La serie, appena presentata al Festival del Cinema di Roma, si limita a raccontare fatti di risonanza pubblica oggettivamente legati a un determinato contesto, storico e geografico, come tante volte capitato in passato. Gli autori non prendono posizione riguardo al risultato delle sentenze, né le mettono in dubbio: la serie racconta infatti quanto emerso dagli atti processuali”. Così in una nota Anica e Apa.
Sbarigia (Apa): “Grave lesione libertà espressione”
“Il blocco preventivo della serie, ancora inedita, appare come una grave lesione di quel principio di libertà di espressione chiaramente tutelato anche a livello costituzionale e che deve essere garantito al racconto audiovisivo italiano. Guardate le nostre serie, giudicatele, ma non chiedetegli di non esistere solo perché raccontano la realtà”, ha dichiarato Chiara Sbarigia, presidente di Apa, commentando in una nota la decisione del Tribunale di Taranto.
Habib (Anica): “Pericoloso precedente”
Benedetto Habib, Presidente dell’Unione Produttori di Anica, aggiunge: “Obbligare le opere audiovisive a non fare riferimenti alla cronaca e alla realtà è un pericoloso precedente. I titoli basati su fatti realmente accaduti sono una costante della storia del cinema, indipendentemente dalle opinioni del pubblico o dei protagonisti sui fatti trattati, se si mantiene il rispetto verso le comunità coinvolte: esplorare la realtà aiuta a esercitare il senso critico dello spettatore. La libertà di espressione nel nostro paese è garantita dalla Costituzione, e la comunità dei produttori non vuole svegliarsi in un mondo dove questa libertà non è più agibile”.
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