Il conduttore del programma: "Nessuno ha rubato nulla, l'audio incriminato non ha nulla di privato"

Sulla puntata di Report con gli audio delle conversazioni tra l’allora ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e la moglie Federica Corsini, interviene il conduttore del programma Sigfrido Ranucci.

Il servizio della trasmissione era incentrato sul caso Sangiuliano-Boccia che ha poi portato l’ex titolare del MiC alle dimissioni.

 

 

 

 

“Sbagliato dire che audio rubato”

“Rispetto le critiche fatte ma non le condivido, devo dire che non so se sia stato visto il servizio nella sua completezza, era un servizio per la prima volta raccontava, attraverso una cronistoria, un fatto che ha destato interesse internazionale”, dice Ranucci a ‘Un Giorno da Pecora’ su Rai Radio1. “Gli audio hanno un pregio, vale a dire ricostruire i fatti attraverso le parole dei protagonisti. L’audio ‘incriminato’ non ha nulla di privato, ne ho parlato anche con Sangiuliano, a cui mi lega un rapporto di amicizia, e anche lui non mi ha mai posto il problema. E voglio dare la mia solidarietà a Luca Bertazzoni che è stato sommerso da critiche indegne“. Si è molto parlato però di audio rubati. “Rubato è un aggettivo sbagliato – ribatte Ranucci – nessuno ha rubato nulla, nella fattispecie è stato Sangiuliano che ha chiamato la signora Boccia”.

“Nessuna voce solidale dopo le minacce”

“Se mi sono pentito di aver mandato in onda qualcuna delle telefonate dell’ultima puntata di Report? No, si poteva discutere sulla sensibilità di mandare in onda la voce della signora Corsini, sul valore del contenuto nessuno credo possa avere dei dubbi”, risponde Ranucci. “Ma sulla sensibilità, che è un fatto individuale, voglio dire anche un’altra cosa. Ho visto tante voci sollevarsi dentro la Rai e fuori. Ma quando la scorsa settimana alla redazione di Report e al sottoscritto sono arrivate delle minacce di morte con cui ci auguravano di fare la fine della redazione di Charlie Hebdo – rimarca il giornalista – io queste voci solidali non le ho sentite“.

Gasparri: “Episodio grave, esposto a procura”

Le polemiche intanto non si placano. E partono gli esposti: “La violenza nei confronti di una donna come Federica Corsini impone delle iniziative della Rai contro chi ne è stato protagonista, ovvero il solito Ranucci di ‘Report’, perfino vicedirettore all’interno di quell’azienda. Quanto si è verificato nell’ultima puntata di Report è incredibile. Per questa ragione ho presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Roma poiché l’episodio è di assoluta gravità e non può in alcun modo essere minimizzato o tralasciato”, afferma il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, membro della Vigilanza Rai.

“La divulgazione a mio parere è avvenuta in assenza di qualsiasi interesse pubblico e in palese violazione della privacy dei coniugi – prosegue – Ed è francamente inaccettabile che il servizio pubblico utilizzi il denaro dei contribuenti per realizzare un servizio con un contenuto puramente ripetitivo di vicende già note e con l’unica ‘novità’ costituita da una conversazione privatissima, abusivamente captata’. Per questo ho chiesto ‘di verificare se nelle condotte descritte ricorrano estremi di reato’. In tutta questa vicenda poi spicca il vile silenzio dell’Usigrai, che non ha speso una parola. Mentre organi preposti alla vigilanza e guidati da persone che per appartenenza di genere dovrebbero avere ancora una maggiore sensibilità si uniscono al mutismo incommentabile. Ma noi non staremo zitti e non saremo inerti. Questa vergogna deve essere sanzionata sia dalla Rai che nelle sedi giudiziarie”.

Unirai: “Segnalazione all’Agcom e esposto a Odg”

Sul caso si esprime anche Unirai: “Sulla messa in onda delle conversazioni private della collega del Tg2 Federica Corsini ad opera della trasmissione Report abbiamo predisposto una segnalazione all’Agcom per verificare se l’accaduto sia coerente con le leggi e con il contratto di servizio”, rende noto il sindacato Unirai. “Ci attiveremo inoltre con un esposto al Consiglio di disciplina dell’ordine dei giornalisti che dovrà valutare le condotte e adottare ogni opportuno provvedimento – si legge nella nota – Siamo convinti che il limite sia stato abbondantemente superato e, come abbiamo già detto, non possono esistere zone franche che il servizio pubblico non può continuare a tollerare. Ammesso che quella conversazione privata fosse una notizia, ci sarebbero stati modi alternativi per darla, nel rispetto delle norme deontologiche e della dignità delle persone coinvolte”.

Bevilacqua: “Salvate il soldato Corsini”

Per Dolores Bevilacqua, esponente M5S in commissione di vigilanza Rai, si tratta invece dell'”ennesimo polverone sollevato dal centrodestra sulla trasmissione Report” che “sancisce l’ossessione compulsiva di questa maggioranza contro il giornalismo indipendente”. “Stavolta la polemica è incentrata sull’audio della conversazione tra Gennaro Sangiuliano e sua moglie. A Gasparri & company non passa nemmeno per l’anticamera del cervello che quello scambio era pertinente e di interesse pubblico perché faceva chiarezza sulla notizia – più volte circolata – che fosse stata una donna a bloccare la nomina di Maria Rosaria Boccia. E meno male che Gasparri, in pura teoria, se non campasse da decenni con i soldi degli italiani sarebbe un giornalista”, evidenzia Bevilacqua.

“Ma la vera ipocrisia è un’altra – prosegue – Sul banco degli imputati sta finendo il direttore degli approfondimenti Paolo Corsini. Proprio lui: il ‘militante’ di Atreju, autore delle presunte offese a Corrado Formigli e dei post con slogan fascisti e sfottò al 25 Aprile. In quei casi alla destra andava tutto bene. Adesso invece sarebbe sul banco degli imputati con l’unica colpa di non aver stoppato un’inchiesta giornalistica. È proprio vero che in questa maggioranza vale tutto e il contrario di tutto. E allora proprio noi che lo abbiamo sempre attaccato oggi invece, ci sentiamo di dire: ‘salvate il soldato Paolo Corsini’. Se la sua colpa è quella di non aver fermato Report, allora merita il nostro sostegno. Quando la furia del centro-destra si abbatte sui propri uomini, siamo di fronte al potere che fagocita se stesso”.

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