La conduttrice: "Aprire alle scuole le sedute in parlamento e insegnare alle superiori l'educazione sentimentale"

Riparte ‘Fame D’Amore‘, il programma che esplora e racconta le storie più intime e dolorose dei giovani italiani alle prese con disturbi psicologici, alimentari, anoressia, bulimia, depressione, ansia, autolesionismo e difficoltà relazionali. Con l’obiettivo non solo di raccontare il dolore ma cercare la strada per la rinascita. Otto le puntate in onda la domenica in seconda serata su Rai3. In conduzione Francesca Fialdini.

Il malessere dei giovani troppo spesso si nasconde dietro il silenzio e la vergogna, Fialdini cosa bisogna fare?

“Ragionare con loro – sottolinea la conduttrice a LaPresse – farli parlare molto di ciò che vedono, quali sono le loro esperienze, come interpretano ciò che accade nel mondo, nel nostro paese, nelle loro famiglie, a scuola, con gli amici. Che cosa interessa loro davvero perché principalmente si tratta di ascoltarli e farli parlare anche su temi importanti. Purtroppo invece li facciamo sentire come se il loro pensiero contasse in maniera relativa o nulla. Oggi abbiamo una nuova generazione particolarmente fragile anche perché non abbiamo più scommesso sui giovani. Eppure parlavamo con slogan del tipo: il futuro è nelle vostre mani, voi cambierete il mondo. E oggi sappiamo perfettamente che non è così perché non glielo lasciamo fare e non diciamo più nemmeno gli slogan”. 

“I giovani – aggiunge Fialdini – non possono neanche mostrare il dissenso, è abbastanza clamoroso che non si possa scendere in piazza per esporre le proprie idee, anche questo genera malessere. E pensare che nei decenni passati con il movimento studentesco della Pantera e prima ancora con quelli degli anni 70 le nuove generazioni potevano dire la loro, farsi sentire, credere negli ideali. Oggi mi chiedo dove si va a finire se anche i ragazzi che credono nel movimento difesa del pianeta li mettiamo in un angolo. Comunque non solo tra i giovani c’è una sfiducia totale nella classe politica, direi che il disagio è collettivo”. 

Fialdini, ‘Le ragazze’ protagoniste dell’altro suo programma stanno mostrando passi in avanti?

“C’è stata una presa di coscienza molto importante, una maggiore sicurezza nell’interpretare le professioni, i ruoli. E perfino il sogno di diventare un fisico nucleare ora è a portata di mano purché si possa iscrivere l’università, visto che è diventata poco accessibile alle classiche non hanno un reddito sufficientemente alto. Una cosa sulla quale dovremmo tutti riflettere e fermarci un attimo è su ciò che ha ricordato anche il presidente Mattarella l’altra sera: il fatto che sempre più spesso i ragazzi e le ragazze vanno all’estero per trovare un futuro e questo paese non se lo può permettere, considerando il dato delle nascite sempre più in calo e i nostri ragazzi preferiscono andare altrove e abbandonare la propria terra che rischia di diventare come gli antichi borghi deserti. Cosa fare? Se vogliamo dei giovani sempre più smart, sempre più competitivi bisogna ripartire dalla scuola che va ripensata con l’uso del digitale, luoghi più sicuri, docenti che vengono pagati sufficientemente per ritrovare anche entusiasmo. E poi un’economia che – ahimè – vista una contingenza storica abbastanza complicata sta attraversando un periodo molto complicato. Riprovare e dare fiducia alle nuove generazioni rendendole protagoniste anche di un dibattito pubblico facendole stare sulla scena potrebbe aiutare. Altrimenti li releghiamo sempre in quella colonnina della cronaca dove raccontiamo che un altro minorenne ha avuto uno scontro con un coetaneo e simili notizie fanno pensare ai ragazzi che quella sia l’unica via per farsi vedere”. 

Se avesse una bacchetta magica cosa farebbe Fialdini?

“Farei frequentare in alcune sedute il parlamento ai ragazzi, dando la possibilità alle scuole a turno di intervenire nei dibattiti e fare domande. Poi sarebbe opportuno tornare a leggere i giornali in classe, magari quelli in abbonamenti digitali se non si può portare quelli cartacei, in modo da aggiornare e coinvolgere i ragazzi su quello che accade altrimenti a che cosa servono tutte quelle nozioni se loro non le vivono? Nella scuola l’educazione civica è ripristinata ma è fondamentale anche l’educazione sentimentale, che non è l’educazione sessuale, ma significa trasmettere passioni, educazioni, rispetto. Mi è capitato l’anno scorso di andare in un liceo a Caserta che ha l’indirizzo Comunicazione e il professore di filosofia è salito sul palco dicendo: ‘che cos’è l’educazione sentimentale se non il modo in cui noi tentiamo ogni giorno di farli appassionare alla vita’. Ciò rende vivi loro ma rende vivi anche noi”. 

E la domenica c’è ‘Da noi… a ruota libera’.

“Mi diverto con le interviste”. 

Il libro è andato molto bene, come conduttrice è brava, ha mai pensato a una co-conduzione a Sanremo? 

“Mai, mai. Assolutamente mai”.

E allora un’apparizione a Ballando con le Stelle?

“Io sono una schiappa a ballare. Giuro. Però la ballerina per una notte potrei farla. Mi divertirei molto ma dovrei fare tanti esercizi, almeno 9 mesi di allenamento”. 

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