“È stato un momento specialissimo, certamente per noi che l’abbiamo vissuto in prima persona, ma anche per il pubblico italiano perché quella è stata la prima volta per la televisione italiana di Papa Francesco che poi ha segnato il passo per altre interviste”. Così Francesca Fialdini ricorda a LaPresse la telefonata del dicembre 2016 quando lei e Franco Di Mare a ‘Unomattina’ ascoltarono Bergoglio in diretta. “Abbiamo imparato a conoscere Papa Francesco da quella telefonata. Ha inventato lui un nuovo protocollo, il pontefice non era più un’autorità che mediava i suoi interventi ma diventava un protagonista. Anche noi siamo rimasti spiazzati dalla semplicità con cui lo faceva. Il protocollo – ricorda la conduttrice tv – prevedeva che non si potevano apporre domande, ‘non fate domande’ ci avevano detto, perché non si possono fare. E invece Papa Francesco è rimasto al telefono, non attaccava, e io e Franco ci siamo guardati e chiesti facciamo qualche domanda perché la situazione andava presa in mano. Abbiamo osato e fatto altre domande e il papa ci ha donato un momento preziosissimo regalandoci una riflessione sul Natale, talmente perfetta da arrivare al cuore del pubblico che ci stava seguendo”.
“Sicuramente rivedere oggi quei momenti – sottolinea Fialdini – è commovente per me perché Papa Francesco è una grossa perdita. Condivido quello che ha detto il presidente Mattarella: ‘lascia un vuoto nella scena mondiale e sulla scena politica di questo mondo’ perché il vero messaggio politico di Papa Francesco, che è anche un messaggio evangelico e d’amore, era mettere al centro gli ultimi, i poveri, quelli che noi non vogliamo vedere. Solo ristabilendo una giustizia sociale potrà esserci accoglienza, integrazione e una nuova forma di pace fra le nazioni”.
“Il vuoto che lascia Papa Francesco – conclude Fialdini – in questo momento così buio per le tensioni politiche che attraversano il mondo è pieno di luce proprio perché è accaduto il Lunedì di Pasqua e va visto come un segno divino, un segno di speranza perché la Chiesa come diceva Ratzinger non è mia, non è tua, ma la guida qualcun altro”.