Madrid (Spagna), 21 giu. (LaPresse) – “Sanchez? In questo momento il Barcellona è vicino alla chiusura della trattativa, ma si può dire che è praticamente fatta. Diciamo che all 80% è fatta”, Lo ha detto il rappresentante dell’Udinese in Spagna Quique Pina, alla trasmissione ‘El Partido de las 12’ sulla radio Cadena Cope. Pina, che è anche il presidente del Granada neopromosso in Liga, ha aggiunto che l’intera operazione dovrebbe costare sui “45 milioni di euro, che è esattamente il valore iniziale dato al giocatore”.
Nell’offerta del Barcellona “sono inclusi un giocatore e una serie di bonus” per il club friulano, ha detto ancora Pina. Per l’esattezza all’Udinese andranno 28 milioni in contanti, 5 di bonus e il cartellino di Jeffren. Ora tutto è nelle mani di Sanchez e del suo entourage. Il Manchester City non molla la presa, sarebbe disposto ad arrivare ad offrire anche 40 milioni cash a Pozzo, ma alla fine dovrebbe prevalere la volontà del giocatore. E Sanchez si è praticamente promesso a Pep Guardiola.
Nel tardo pomeriggio sono arrivate le voci di una frenata sulla trattativa. Secondo il quotidiano sportivo spagnolo ‘As’, il giocatore coinvolto nell’accordo per Sanchez, Jeffren, avrebbe rifiutato il trasferimento all’Udinese. Sanchez, attualmente impegnato nella preparazione della Coppa America con la nazionale cilena, dovrebbe arrivare nelle prossime ore a Barcellona per la firma del contratto. Per adesso il giocatore rimane in Cile.
E di mercato ha parlato anche il presidente del Barcellona Sandro Rosell, spiegando che per Sanchez “l’accordo non è ancora chiuso”, mentre per Fabregas ha detto: “Cesc vuole venire da noi. Pep Guardiola è consapevole che ogni giocatore ha un proprio valore di mercato, e Cesc è valutato meno di 40 milioni. Noi non pagheremo quella cifra e se l’Arsenal non accetterà, Fabregas non arriverà”, ha ribadito Rosell.
Intervistato dalla tv spagnola Tv3, il presidente del Barcellona è tornato anche sui rapporti con il Real Madrid. “Non parlo con Florentino Perez dall’ultima partita, il mio rapporto con lui è in stand by perché ci sono ferite che non si sono ancora rimarginate e devono ancora guarire”, ha detto. Secondo Rosell “tutto è iniziato per colpa di un dipendente, ma devono essere la Giunta direttiva e il presidente a fermarlo”. Chiarissimo il riferimento alle ‘intemperanze’ di Josè Mourinho dopo la semifinale di andata di Champions League.
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