Civitavecchia, 1 ago. (LaPresse) – “All’inizio stavo malissimo, non capivo di cosa mi accusassero. Ma ribadisco, non avveleno i compagni e non vendo le partite. Per fortuna il rettangolo verde ha sempre dimostrato il contrario”. Ai microfoni di Sky Sport si confessa Marco Paoloni, ex portiere di Cremonese e Benevento e figura centrale dell’inchiesta sul calcio scommesse. Paoloni è atteso dal processo sportivo nel quale dovrà difendersi davanti alla Commissione Disciplinare, ma si dice “sereno. Non ho fatto le cose di cui mi accusano – spiega – e non faccio parte dell’associazione, del quale conosco solo una persona (l’altro personaggio coinvolto nell’inchiesta Massimo Erodiani, ndr). Affronto il processo tranquillo”.

Proprio al riguardo di Erodiani, Paoloni dice: “Se non avessi conosciuto questa persona, oggi non sarei qui a fare una conferenza stampa, ma sarei in un campo di calcio”. Il giocatore dice di averlo conosciuto tramite l’agenzia di scommesse: “Andavo a giocare quotidianamente da lui – spiega sempre a Sky Sport – e pensavo che in quel momento fosse la persona giusta. Ma era solo interessato ai miei soldi”. Paoloni si sofferma poi sulla famigerata partita Cremonese-Paganese, nella quale, secondo l’accusa, avrebbe avvelenato i compagni nell’intervallo: “Per quel che mi ricordo – racconta – nel primo tempo anch’io stavo male e avevo le gambe stanche. Alcuni dicono che sono stato io, ma è una cosa che non sta né in cielo né in terra”.

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