Milano (Italia), 28 set. (LaPresse/AP) – La stella dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant è sbarcato a Milano, per partecipare a una manifestazione, organizzata da Nike, tutta dedicata a lui, ‘Milano kalibro Kobe’. Oltre 28.000 punti in una carriera Nba lunga 15 anni, 5 volte campione del mondo indossando la maglia numero 24 dei gialloviola, sono solo alcuni dei record polverizzati dal 33enne cestista americano.

Al suo arrivo al Nike Stadium, in Foro Bonaparte, nel centro di Milano, lo attendevano un migliaio di fan che lo hanno accolto tra gli applausi. Ad accoglierlo, all’interno del Nike Stadium, anche Marco Materazzi, ex calciatore dell’Inter e l’ex allenatore dell’Olimpia Milano, Dan Peterson.

Allo storico campetto da basket del vicino Parco Sempione, lo attendeva un’altra folla di fans, assiepata dietro le transenne a bordo campo. Per disputarsi la possibilità di giocare davanti a Bryant, sono arrivati aspiranti giocatori di basket da tutta Italia. Alla fine si sono sfidate una squadra veneta contro una emiliana. Foto di rito con i vincitori e Bryant è ripartito, tra le ovazioni, per l’appuntamento seguente, al Nike Hoops, nuovo punto vendita monomarca, in corso Vittorio Emanuele.

Bryant ha parlato ovviamente del suo futuro e ha detto che ci sono “concrete possibilità” che lui possa giocare in Italia durante il lockout della Nba e ha aggiunto che per lui sarebbe come un “ritorno a casa”, avendo speso parte della sua adolescenza al seguito del padre, Joe Bryant, durante la sua carriera da giocatore. La star dei Lakers ha confermato i contatti avuti nei giorni scorsi con la Virtus Bologna. “Ci sono buone possibilità e giocare in Italia come mio padre sarebbe un sogno. In questi giorni ne stiamo discutendo e per me sarebbe proprio una bella notizia”. L’ultima offerta della Virtus Bologna è di un accordo da 1,8 milioni di euro per giocare 10 partite in 40 giorni dal 9 ottobre al 16 novembre.

“L’Italia è come casa mia. È il luogo dove è iniziato il mio sogno di giocare nella Nba”, ha detto ancora Bryant a Milano. “E’ qui che ho imparato i fondamentali del gioco, ho imparato a tirare, passare e muovermi senza la palla”, ha aggiunto l’asso dei Lakers. “Tutte queste cose mi sono state molto utili quando sono tornato in America, con i ragazzi della mia età che non sapevano farle perché pensavano solo a saltare e schiacciare”, ha concluso.

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