New York (Usa), 4 ott. (LaPresse/AP) – Sono ore cruciali per il futuro immediato della Nba. Ogni ora è buona per sbloccare l’impasse che da tre mesi blocca gli allenamenti delle squadre per via del lockout dichiarato dai proprietari per il mancato accordo sul contratto collettivo. Club e giocatori torneranno a trattare oggi per tentare di raggiungere un accordo affinchè il campionato possa cominciare. I colloqui di venerdì e sabato erano stati infruttuosi e se non si dovesse arrivare ad un accordo nelle prossime ore si rischia seriamente che la stagione possa saltare del tutto. Il presidente del sindacato giocatori, Derek Fisher, ha detto che “molti segnali indicano che domani sarà una giornata importante”. “Ci sarà molta pressione su tutti noi, ci assumeremo le nostre responsabilità e vedremo quello che ne potrà uscire”, ha dichiarato il play dei Los Angeles Lakers, dopo quasi cinque ore di discussioni.
Secondo quanto riferito dal vicecommissioner della lega Adam Silver gli incontro dei weekend sono serviti principalmente ad “impostare il tavolo” in vista del summit di oggi. Sia lui che il commissioner David Stern non vogliono mettere troppa pressione sulle parti, ma auspicano che si arrivi al tanto agognato accordo. “Le due parti sanno esattamente che cosa è in gioco e dove potenzialmente c’è possibilità di manovra per arrivare ad un accordo”, ha aggiunto Silver. L’unica cosa certa è che siamo a corto di tempo”, ha concluso. Visto che solo sette o otto dei 30 club dell’Nba hanno ottenuto dei guadagni nella scorsa stagione, a fronte di perdite complessive per oltre 300 milioni di dollari, i proprietari vogliono imporre un nuovo tetto retributivo, che i giocatori rifiutano. Anzi, l’associazione giocatori chiede una quota maggiore sui ricavi generati dalla lega, stimati in 3,8 miliardi di dollari per il 2010/11.
Con la stagione che dovrebbe iniziare ufficialmente il prossimo 1 novembre, i giocatori avrebbero dovuto iniziare gli allenamenti lunedì, ma tutto è stato rinviato. Anche le 43 partite di preseason in programma dal 9 al 15 ottobre sono state al momento congelate. Dall’esito delle trattative per evitare il lockout dipende anche la sorte di giocatori, Kobe Bryant su tutti, che vogliono giocare in Europa e in altre parti del mondo finchè non riprenderà il campionato americano.
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