Milano, 28 feb. (LaPresse) – Cristiano Doni, ex capitano dell’Atalanta al centro dell’inchiesta sul calcioscommesse, ha sostanzialmente confermato ai due delegati del procuratore federale Stefano Palazzi, Marco Squicquero e Gianpiero Pinna, le dichiarazioni rese ai magistrati di Cremona titolari dell’inchiesta Last Bet ribadendo di non aver tratto alcun “guadagno personale” dalla vicenda.
Lo ha spiegato l’avvocato di Doni, Salvatore Pino, dopo 3 ore di interrogatorio che si e’ tenuto proprio nello studio del legale, in viale Montenero a Milano. Nessun nuovo episodio e’ emerso dall’interrogatorio di oggi, se non “alcuni dettagli, di interesse per la giustizia sportiva” che hanno attratto l’attenzione dei delegati della Figc. I fatti ripercorsi oggi sono gli stessi al centro dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla procura di Cremona che ha portato all’arresto dell’ex bomber nerazzurro lo scorso dicembre.
Tra gli episodi al centro dell’interrogatorio, anche il match Atalanta – Piacenza del 19 marzo 2011, in cui il capitano dell’Atalanta e il portiere della squadra emiliana Mario Cassano si sarebbero accordati su un rigore.
Nessuna conferma, da parte dell’avvocato Pino, sul fatto che durante il lungo colloquio gli esponenti della giustizia sportiva abbiano fatto domande anche sulla partita Atalanta- Pistoiese del 2000, terminata 1-1. Doni, in alcune interviste, aveva rivelato che si era trattato di un match truccato. “Non posso dire nulla – ha detto l’avvocato Pino – ma e’ chiaro a tutti che si tratta di un episodio ormai prescritto”.
L’avvocato. Salvatore Pino ha anche espresso la speranza che la posizione del suo assistito venga alleggerita grazie alla sua piena collaborazione con i magistrati di Cremona e con la giustizia sportiva. “Come sapete – ha detto l’avvocato Pino – Doni ha fatto anche delle interviste in cui ha manifestato il suo cambio di rotta rispetto a quell’unico episodio che ha macchiato la sua carriera, dunque – ha concluso – ci aspettiamo qualche riconoscimento per questa presa di posizione”.
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