New York (New York, Usa), 4 ott. (LaPresse/AP) – L’Nba dichiara guerra ai simulatori. Chi fingerà di aver subito falli verrà multato, a giudicare anche dalle azioni sospette che saranno riviste attentamente al termine delle partite. I giocatori verranno ammoniti alla prima occasione, e se recidivi si passerà alle pene pecuniarie: 5.000 dollari per la seconda volta, 10.000 per la terza, 15.000 per la quarta e 30.000 per la quinta; dalla sesta simulazione in poi si rischia la sospensione. “I simulatori non hanno spazio nel nostro sport”, ha dichiarato il vicepresidente della Lega Nba, Stu Jackson. La Lega definisce la simulazione come “ogni atto fisico che appare intenzionato a convincere l’arbitro a chiamare il fallo contro un altro giocatore”. I giocatori sono in linea di massima d’accordo con il provvedimento, anche se convinti che sradicare del tutto il fenomeno sia difficile. “Buona idea. Così i ragazzi non possono buttarsi e continuare a farlo”, è l’idea di James Harden degli Oklahoma City Thunder.