Torino, 14 ott. (LaPresse) – “Se non dovesse vincere il Milan, che vinca la Roma”. Riguardo la lotta scudetto, Carlo Ancelotti si improvvisa tifoso nel ‘derby’ tra le sue due squadre del cuore. Analizzando quanto offerto dalla prima parte del campionato, il tecnico del Real Madrid elogia il lavoro della squadra capitolina guidata in panchina dalla grande rivelazione Rudi Garcia. “Mi piace la Roma, posso capire e immaginare cosa sta succedendo in questo periodo”, spiega ai microfoni di Sky Sport. “Sono contento per l’allenatore, lo conoscevo già dai tempi di Parigi, le sue squadre giocano molto bene dal punto di vista della qualità del gioco”, continua Ancelotti che si dichiara “contento per lui e soprattutto per la società”.
FUTURO – “Dopo il Real si vedrà. Posso anche pensare di smettere”. E’ lo scenario ipotizzato da Carlo Ancelotti, facendo chiarezza sul futuro che per molti potrebbe essere alla guida della ‘sua’ Roma o della Nazionale, il tecnico emiliano traccia un primo bilancio della sua esperienza al Real Madrid. “Siamo partiti molto bene in Coppa dei Campioni. In campionato abbiamo giocato otto partite, ne abbiamo vinte sei. Il problema è che ci sono state due squadre, il Barcellona e l’Atletico, che le hanno vinte tutte e otto, quindi siamo un po’ staccati. Quello che ha lasciato qualche critica è stato il gioco espresso, che non è stato buono e io sono il primo a dirlo: questa squadra – spiega – può giocare e giocherà sicuramente meglio”.
TRA REAL E PSG – Ancelotti racconta di aver trovato, al suo arrivo a Madrid dove ha preso il posto di Mourinho, “uno spogliatoio che veniva da una stagione negativa, con una grande voglia di riscatto. Ma del passato e di quello che è successo l’anno scorso non ne ho mai sentito parlare e neanche ne voglio sentire parlare. È un’altra avventura”. Il tecnico chiarisce anche sul suo addio al Psg: “Ha chiesto un rimborso per liberarmi e io ho partecipato a questo. Non ho avvertito la fiducia in due particolari momenti della stagione, e questo non mi sembrava giusto. Sono andato là – sottolinea Ancelotti – per un progetto che si doveva costruire in qualche anno e ho avuto l’impressione che fosse solo più una questione di risultati. A quel punto ho deciso di andare via. Si vede che non l’ho detto tanto bene, perché alla fine non erano tanto d’accordo”, sorride il tecnico che parla di alcuni big da lui allenati.
BALE , KAKA’ E RONALDO – “Tutti parlano dei 100 milioni per Bale, ma si può anche parlare dei soldi che ha preso il Real Madrid dal mercato, più di 120 milioni per le vendite”, sono le parole di Ancelotti in merito al gallese arrivato in estate al Bernabeu. Riguardo Kakà, spiega che quello di oggi è un giocatore “diverso perché sicuramente gli anni passano per tutti, però è un Kakà che ancora può dare molto”. Cristiano Ronaldo “me lo aspettavo diverso, mi aspettavo un giocatore meno determinante di quanto in realtà è. E’ uno di quei pochi giocatori che fanno la differenza”, dice l’allenatore del Real. “L’anno scorso – continua – parlando con Ibrahimovic mi aveva detto che ‘nel calcio ci sono tre giocatori che fanno la differenza: Ronaldo, Messi e Ibrahimovic’. Avevo qualche dubbio sul terzo, ma dopo un anno posso dire che aveva ragione Ibra”.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata