Roma, 21 gen. (LaPresse) – La ‘Decima’ resta un sogno possibile per la Roma di Garcia. Davanti ad uno scenario da Champions League i giallorossi si prendono una mini rivincita sulla Juve dopo la scoppola rimediata a Torino in campionato estromettendo i piemontesi dalla Coppa Italia. Totti e compagni non saranno all’altezza dei ‘titolarissimi’ bianconeri ma sono tranquillamente in grado di battere una Juve farcita da 4-5 riserve. La Coppa Italia resta dunque ancora un miraggio per i dominatori del campionato, che devono dire addio anche alla possibilità di chiudere la stagione con il ‘mini triplete’ composto pure da Scudetto ed Europa League.

La tensione in campo si taglia con il coltello e già al 13′ Tagliavento deve dirimere una matassa non semplice quando Benatia stende Giovinco lanciato in profondità verso la porta. Per i bianconeri un’infrazione da cartellino rosso per il direttore di gara invece è sufficiente il giallo non considerando quella del folletto juventino una chiara occasione da gol. La Roma tiene in mano il pallino della contesa con il solito spumeggiante gioco sulla corsie laterali, ispirato soprattutto da un ispirato Gervinho, la Juve controlla cercando di rallentare il ritmo per poi ripartire. L’ardore dei ragazzi di Garcia è palese ma per la prima vera, ed unica, occasione da gol della frazione bisogna attendere il 32′ quando un sinistro improvviso di capitan Totti dai 25 metri sibila a meno di un metro dal palo sinistro dello porta difesa per l’occasione dal ‘portiere di Coppa’ Storari. La ripresa inzia con Ogbonna in campo al posto di Chiellini ed altro lavoro da sbrigare per Tagliavento ed i suoi assistenti. Nella fattispecie è il guardalinee Magnanelli, dopo soli sessanta secodi di gioco, a giudicare uscito dal terreno di gioco nella sua parabola aerea un cross dalla destra di Isla messo in rete da una zuccata sottoporta di Peluso.

Rispetto ai primi 45′ la gara è maggiormente equilibrata ma le occasioni da gol continuano a latitare con le due squadre che, un po’ per bravura un po’ per paura, tendono ad annullarsi. La scossa prova a darla Garcia dalla panchina a venti minuti dl termine inserendo Pjanic, escluso a sorpresa dai titolari. A fargli spazio il sempre generoso Florenzi. Conte risponde immediatamente: fuori il piccolo Giovinco dentro l’ariete Llorente. Nella partita a scacchi fra i due allenatori la mossa vincente è quella di Garcia. E’ proprio il bosniaco infatti a dare il via all’azione che sblocca la gara mandando in visibilio l’Olimpico. Il sogno neanche troppo proibito del Paris Saint Germain degli sceicchi ruba palla a Bonucci sulla trequarti e serve millimetricamente Strootman sulla sinistra. L’olandese ringrazia mettendo nel cuore dell’area di rigore bianconera un perfetto assist rasoterra sul quale si avventa Gervinho che fulmina Storari. Lo svantaggio induce Conte a mandare in campo anche Tevez per gli ultimi minuti ma l’inerzia della gara è ormai segnata. La Roma vince la battaglia, della Coppa Italia, ma nella guerra per lo Scudetto il vantaggio bianconero resta pressoché incolmabile.

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