Roma, 14 feb. (LaPresse) – In occasione delle Olimpiadi invernali di Sochi 2014, l’ex azzurro Paolo De Chiesa commenta in esclusiva per LaPresse le gare di sci alpino. Oggi era in programma la supercombinata maschile.
L’anticipazione di un’ora della discesa la dice lunga sulle temperature e sulle nevi, a dir poco appenniniche! Non era facile dover fare i conti con le rotaie formatesi, per giunta pericolose negli atterraggi sui salti, dopo 60/70 metri di volo. Lo svizzero Viletta, 4° nella supercombinata di Wengen, si è superato in discesa, a meno di due secondi dal norvegese Jansrud, prima della manche della vita in slalom, disegnata da papà Kostelic non senza insidie, su un manto reso scivoloso dai reagenti chimici. Con il passare del tempo, la prova perfetta dell’outsider di lusso, sempre a tempo sul palo e in sintonia con le piccole buche scalinate, dopo l’uscita del grande favorito Pinturault e la performance sottotono del campione del mondo Ligety (12°) , nonché i pasticci più o meno scontati di Bode Miller (6°) , è risultata inattaccabile persino da Kostelic che, seguendo a menadito i consigli del suo coach Ghedina, era riuscito a staccarlo di quasi un secondo con un formidabile exploit in discesa.
Gestita con le dovute cautele la parte iniziale dello slalom, rovinata, ripida e sinuosa, il vecchio leone croato non ha cambiato marcia nel segmento centrale, più filante e in piano, denunciando le lacune fisiologiche di una stagione in netto calo, riuscendo invece a ruggire per l’argento nella gimcana del padre, una quadrupla d’immissione in una doppia che, sull’ultimo muro, ha tradito l’ottimo Peter Fill e il francese Mermillod-Blondin. Sulla pista che nelle preolimpiche di due anni orsono l’aveva visto trionfare stoicamente in supercombinata, nonostante una lesione al ginocchio rimediata il mattino in discesa, Ivica Kostelic si è quasi ripetuto, smentendo chi lo dava finito.
E adesso, il fantastico Innerhofer! Su una neve ostica per lui, sciatore da sci esterno a sci esterno nell’inanellare le curve, piuttosto che scivolatore su entrambi i binari, Inner non ha brillato in discesa, battuto persino da Kostelic, ma ha stupito in slalom, senza allenamento per i noti problemi alla schiena. Christof ha fatto il 3° tempo di manche con una sciata sicura, precisa e opportunistica non appena il tracciato lo consentiva, a pari merito con Kostelic, che gli ha soffiato l’argento per quei 13 centesimi rubatigli sulla pista dove l’azzurro era salito sul podio pochi giorni fa: il contrario di tutto e di ogni pronostico! Se c’è un lato positivo di questa disciplina riservata a pochi eletti è il fattore sorpresa: ricordate alle Olimpiadi del ’92, ad Albertville, quando vinsero oro e argento gli azzurri Polig e Martin? Chi l’avrebbe detto.
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