Di Andrea Capello – Sochi (Russia), 15 feb. (LaPresse) – Un argento con un piccolo rammarico prima, un bronzo da lacrime di gioia poi. Arianna Fontana raggiunge Christof Innerhofer a quota due medaglie individuali e porta a quota 5 il medagliere azzurro ai Giochi Olimpici di Sochi. La ‘quota Vancouver’ è raggiunta ma al termine della manifestazione manca ancora una settimana. Una medaglia difficilmente pronosticabile alla vigilia al termine di una gara condotta in maniera perfetta dal punto di vista tattico. Una gioia per Arianna che appena tagliata la linea del traguardo si mette le mani sul caschetto con l’espressione di chi si è trovato in mano un biglietto milionario della lotteria ed ancora non ci crede.
Un prodigio di determinazione, tecnica e sapienza. Questo è quanto la ragazza di Sondrio ha saputo mettere sul ghiaccio dell’Iceberg di Sochi. Tutto facile nelle batterie ed in semifinale, dove 4 anni fa aveva alzato bandiera bianca, poi il capolavoro nell’atto conclusivo. L’Arianna attendista che aspettava il finale di gara per sparare la sua cartuccia si è trasformata in una tigre feroce capace di dettare il ritmo. Le avversarie, a prescindere dall’inarrivabile cinese Yang Zhou e dalla coreana Suk Hee Shim, sono rimaste a bocca aperta. Anzi, a dirla tutta, sono finite gambe all’aria nel tentativo di non perdere il contatto. L’unica a restare fredda è stata l’olandese Ter Mors ma l’azzurra le ha chiuso in faccia ogni porta lasciandole assaporare l’amaro gusto della medaglia di legno.
“Prima di partire ero già contenta di essere in finale, col passare dei giri poi ci speravo sempre di più, anche se le gambe facevano male. Quando ho tagliato il traguardo non ci credevo, se a inizio anno mi avessero detto che avrei vinto un bronzo nei 1500 metri alle Olimpiadi non lo avrei mai pensato possibile”, racconta a fine gara ancora scossa dall’emozione. “Lo dedico ai miei allenatori (i canadesi Eric Bedard e Kenan Gouadec, ndr), che mi hanno spinto a lavorare di più sulla resistenza – aggiunge – per vincere una medaglia dovevo cambiare tattica rispetto al mio solito e stare davanti. Se avessi avuto un po’ più di energie quando la cinese e la coreana si sono toccate magari le avrei potute prendere ma le gambe mi facevano male”. Sarà per la prossima sfida perché dopo 48 ore di riposo l’azzurra potrà ancora giocarsi altre chance di medaglia in staffetta, “io e le ragazze vogliamo andare in pista belle cariche” dice a riguardo, e nei 1000 metri.
Quelle russe stanno diventando sempre più le Olimpiadi della Fontana. Ad eccezione del matrimonio con il suo compagno di squadra Anthony Lobello (lo pagherò con i soldi delle medaglie dice sorridendo, ndr) infatti l’azzurra non ha ancora sciolto le riserve sul suo futuro. Molto, anzi praticamente tutto, dipenderà dalla permanenza in Italia degli allenatori canadesi con i quali è in sintonia perfetta. Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha detto che farà tutto il possibile per mettere la Federghiaccio nelle condizioni di accontentarla facendole scappare un gesto di esultanza. Del resto all’Italia a Sochi manca ancora l’oro e, per dirla con le parole del numero uno del Comitato Olimpico: “bisogna essere ottimisti e noi lo siamo”. Per il prosieguo di questi Giochi e per il futuro ancora in pista di Arianna.
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