Di Andrea Capello – Sochi (Russia), 16 feb. (LaPresse) – Una giornata nera. L’Italia perde due chance di avanzare nel medagliere e, soprattutto, si rammarica per il brutto infortunio al ginocchio della giovane snowboarder classe 1995 Michela Moioli. Dopo la festa di ieri sera in onore di Arianna Fontana oggi a Sochi per i colori Azzurri è andato tutto storto. Una pagina da girare in fretta sperando in un domani migliore. La ‘domenica bestiale’ dell’Italia inizia al mattino presto con il supergigante maschile. Ci si attendeva un’altra grande prestazione da parte di Christof Innerhofer dopo l’argento in discesa ed il bronzo a sorpresa in supercombinata invece la gara del ragazzo di Gais è durata appena dieci secondi causa una scivolata.
“Credo che avrei potuto fare bene ma questo è lo sport”, spiega a fine gara. Il fuoriclasse azzurro torna a casa con la consapevolezza di chi ha fatto una grande Olimpiade: “Si apriranno anche altre porte di un mondo che mi piace (quello della moda e dello spettacolo, ndr) – racconta – sono un ragazzo che vive in montagna ma amo pure la città”. Chance gettata pure per Peter Fill, l’outsider di lusso che manca l’occasione della vita chiudendo a 18 centesimi dal podio a causa di qualche errore di troppo. “In generale non ho fatto una brutta discesa ma sapevo che per la medaglia non sarebbe bastato – spiega – Peccato ma ci ho provato e sono contento di quanto ho fatto”.
Se nello sci alpino il rammarico resta per la medaglia sfumata nello snowboardcross l’amarezza è ancora maggiore. La giovanissima bergamasca Michela Moioli poteva essere il colpo a sopresa del Team Italia invece l’azzurra, dopo essersi qualificata in maniera rocambolesca per la finale, ci ha lasciato i legamenti crociati del ginocchio sinistro dopo un contatto con la bulgara Jekova. La sua prima Olimpiade finisce mestamente sdraiata su un toboga che la porta al centro medico dove arriva la diagnosi del crac. Una brutta botta per “uno dei più grandi talenti dello snowboard mondiale”, come la definisce il suo tecnico Cesare Pisoni. Ma domani, per fortuna, è un altro giorno.