Di Andrea Capello – Sochi (Russia), 19 feb. (LaPresse) – L’Italia affonda nello slalom gigante dominato da Ted Ligety. Lo statunitense torna sul gradino più alto del podio olimpico dopo l’oro in combinata a Torino 2006 e dimostra di essere di un’altra categoria rispetto agli avversari. A fargli da alfieri i francesi Steve Missilier, sorpresa di giornata, ed il più quotato Alexis Pinturault che lasciano all’austriaco Marcel Hirscher l’amaro sapore del quarto posto. “E’ una sensazione fantastica – dice a fine gara l’americano – E’ la vittoria che cercavo di più. Avevo molta pressione addosso. Ho fatto un’ottima prima manche e questo mi ha permesso di non prendermi grandi rischi nella seconda”.

L’esatto opposto della pattuglia italiana. Davide Simoncelli ha fatto sognare per una manche, la prima chiusa al terzo posto pur partendo con il pettorale numero 20, poi nella seconda si è spento finendo addirittura 17°. “Sono partito convinto come nella prima manche ma non sono stato bravo uguale. Ho commesso diversi errori che mi hanno fatto rallentare. Sono deluso ma è andata così”, dice con la faccia di chi sa di aver perso l’ultima grande occasione a cinque cerchi della carriera visti i 35 anni di età. Mastica amaro pure Roberto Nani. La più grande speranza azzurra prima del via chiude 12° la prima manche ma a soli 30 centesimi dal podio. Nella seconda però il lombardo commette un ertore nella parte alta e finisce fuori dal tracciato. “Ho perso la sci ad inizio curva, poi la pendenza scendeva e non sono riuscito a chiudere – spiega senza nascondere la delusione – è bello essere qui ma la mia intenzione era andar forte. Puntavo ad una medaglia perché arrivo da una stagione positiva. Non è andata così”.

La seconda discesa è fatale pure a Manfred Moelgg, che comunque già nella prima aveva chiuso 17° non sfruttando il buon pettorale di partenza numero 4. “Ho provato a tirare a tutta e prendermi qualche rischio in più ma ho mollato troppo presto – racconta analizzando la sua uscita di pista – In allenamento andavo forte ma oggi non sono riuscito a dimostrarlo”. A differenza dei suoi compagni per lui resta ancora da giocare la carta slalom speciale. Alla fine l’unico che può lasciare la pista di Rosa Khutor con il sorriso è Luca De Aliprandini. Il trentino classe 1990 risulta il migliore italiano al traguardo grazie ad un buon recupero nella seconda manche che gli permette di chiudere 11° recuperando ben otto posizioni. “Per me è un punto di partenza – dice – ad inizio stagione non pensavo neanche di essere qui”. Troppo poco per consolare un’Italia che da questa prova, ‘re Ligety’ a parte, sperava in un risultato decisamente differente.

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