Di Andrea Capello – Sochi (Russia), 20 feb. (LaPresse) – La medaglia della maturità. Carolina Kostner corona la sua splendida carriera mettendo la ciliegina sulla torta. Dopo le delusioni di Torino prima e Vancouver poi l’altoatesina trova il giusto riconoscimento a cinque cerchi con un bronzo meritatissimo che la proietta nel gotha del pattinaggio su ghiaccio di tutti i tempi. Carolina ammette di aver avuto “una paura della madonna” ma sul ghiaccio non si è vista. Dopo l’interpretazione strappalacrime dell’Ave Maria di Schubert nel ‘corto’ arriva quella altrettanto brillante del Bolero di Ravel. Sicura, serena e determinata l’azzurra non trema nonostante tutte le paure con le quali ha dovuto combattere in questi anni densi di trionfi ma altrettanto travagliati.

Sul gradino più alto del podio ci sale la Russia con Adelina Sotnikova che compie il sorpasso tirando giù dal gradino più alto la coreana Yuna Kim, campionessa in carica, per poco più di 5 punti. Cade ancora il giovane fenomeno Yulia Liptniskaia. Per la 15enne, schiacciata dalla pressione, c’è solo il quinto posto dietro pure alla statunitense Gracie Gold ma il futuro è dalla sua parte. Per il Team Italia, all’ottava medaglia in terra di Russia (2 argenti e 6 bronzi, ndr) sono dettagli perché c’è da celebrare un’atleta per la quale si sono spesi fiumi di inchiostro e non sempre per decantarne le lodi. “Non è una campionessa” si era fatto scappare a caldo l’allora presidente del Coni, Gianni Petrucci, dopo il disastro di Vancouver ma da allora di acqua sotto i ponti ne è passata.

La ‘nuova’ Carolina è una fuoriclasse, un cavallo di razza che ha toccato l’apice poco prima del più che probabile addio. “Se sarà la mia ultima stagione? Teoricamente sì – ammette dopo aver appreso in presa diretta del podio – quello che è certo è che non voglio più dedicare così tanto tempo agli allenamenti. Se farò qualche gara lo deciderò con il mio allenatore”. Solitamente timida davanti ai media, che ora inserisce nella lista dei ringraziamenti per averla spronata, è un fiume in piena: “Ho dato tutta me stessa, è un sogno – spiega tutto di un fiato – non ho pensato alla medaglia ma solo a lasciarmi andare”. La metafora di vita scelta dalla Kostner è quella della montagna: “Vedevo che mancavano pochi passi per raggiungere la cima dopo la scalata che ho affrontato in tutti questi anni – dice – solo alla fine ho capito che era la mia serata”. La storia di Carolina, infatti, non è stata affatto facile. Trionfi ma anche delusioni ed il lungo fidanzamento, ormai terminato, con il marciatore Alex Schwazer trovato positivo all’antidoping nel corso dei Giochi di Londra 2012.

Tutto alle spalle perché dopo l’impresa c’è spazio solo per la gioia, ed anche per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Sognavo di esibirmi in una situazione del genere – spiega – speravo in un pubblico migliore ma siamo in Russia e se non applaudono vuol dire che è buon segno”. Un pensiero condiviso anche dal tecnico Michael Huth, al quale Carolina è letteralmente saltata al collo al termine dell’esibizione. “E’ stato bellissimo vederla pattinare così, una cosa incredibile”, dice il tedesco di Dresda. “Sono assolutamente soddisfatto della sua prestazione, abbiamo fatto un grande lavoro di squadra sia sulla parte tecnica che su quella mentale – aggiunge – prima dell’esibizione le ho detto che era giunto il momento di scendere sul ghiaccio e portare a casa i frutti del lavoro compiuto”.

E mentre si attende Carolina nella pancia dell’Iceberg spunta pure il ceco Tomas Verner, compagno di allenamenti e presunto nuovo fidanzato. “Per me lei è la migliore”, dice felice. “Come festeggeremo? Decide lei”, aggiunge a voler certificare l’intesa fra i due. Mai festa è più meritata. Come un alpinista Carolina è riuscita a sconfiggere le paure e scalare la montagna ed ora, dopo tanti sacrifici, ha tutta l’intenzione di godersi a lungo la vista.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata