Dall’inviato Andrea Capello, Sochi (Russia), 22 feb. (LaPresse) – “Una medaglia mangiata”. La disperazione di Stefano Gross al termine dello slalom speciale delle Olimpiadi di Sochi è quella di tutto il Team Italia. Il quarto posto del ragazzo originario di Pozza di Fassa infatti è l’ottavo per la spedizione azzurra, tre quelli ‘conquistati’ in questo sabato da incubo, esattamente come il numero delle medaglie (2 argenti e 6 bronzi). L’inno di Mameli quindi non risuonerà nelle Medals Plaza di Sochi.

Una vera disdetta perché nella seconda manche tracciata come al solito in maniera cervellotica da Ante Kostelic l’azzurro, terzo dopo la prima discesa, a differenza di tanti altri fra i favoriti è riuscito ad arrivare al traguardo con sicurezza ma non a salire sul podio. Dietro al dominatore austriaco Mario Matt si sono piazzatti il connazionale Marcel Hirscher ed il giovane norvegese Henrik Kristoffersen. I due sono stati i migliori ad intepretare il tracciato del croato recuperando rispettivamente dalla nona e quindicesima posizione. A soli 5 centesimi dai loro sorrisi felici c’è il broncio di Gross che vede sfumare il sogno per una questione di centimetri.

“Ho fatto un errore prima del piano che mi ha compromesso la velocità. Ci credevo, qui il quarto posto non conta niente”, dice l’azzurro con la faccia di chi è consapevole che, a 27 anni, l’occasione di un podio a cinque cerchi potrebbe anche non presentarsi mai più. La tensione era talmente alta che anche il direttore tecnico della nazionale italiana, Claudio Ravetto, ha accusato un piccolo malessere, subito recuperato, al termine della competizione.

Alle spalle di Gross l’Italia dei pali stretti affonda. Patrick Thaler esce nella prima manche mentre nella seconda lo seguono a ruota Giuliano Razzoli e Manfred Moelgg. L’emiliano deve abdicare dopo il trionfo di Vancouver quattro anni fa: “La manche difficile tracciata da Kostelic era l’occasione per recuperare – spiega – sono partito forte ma quando scendo così il 50% delle volte esco. Non ho mai trovato in stagione l’equilibrio fra velocità ed affidabilità. Comunque non mollo, continuo ad allenarmi per tornare ad andare forte”. Discorso più o meno simile per Manfred Moelgg: “Un’Olimpiade non buona – spiega – ma non sempre si può fare bene. Sono arrivato qui in condizioni non brillantissime ma guardo avanti alla coppa del mondo ed ai prossimi mondiali”. Nel frattempo però il presente fa davvero male.

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