Di Andrea Capello – Sochi (Russia), 22 feb. (LaPresse) – La consapevolezza di essere spesso nel gruppo dei migliori da una parte, la rabbia per le occasioni mancate dall’altra. Difficilmente il Team Italia dimenticherà il sabato da incubo vissuto alle Olimpiadi di Sochi. Era l’ultimo giorno per tentare di rimpinguare il medagliere e sognare di far risuonare le note dell’Inno di Mameli nella Medals Plaza. Sono arrivati invece 3 pesantissimi quarti posti che hanno aumentato il numero del ‘legni’ portandolo ad otto, esattamente come quello delle medaglie.
Ad iscriversi a questa infausta lista sono gli snowboardisti Aaron March e Corinna Boccacini e lo slalomista Stefano Gross. I tre vanno a fare compagnia a Karin Oberhofer nella 7.5 km di biathlon, Daniela Merighetti nella discesa libera, Nadia Fanchini nello slalom gigante, Alessandro Pittin nella combinata nordica e la squadra di pattinaggio su ghiaccio nel Team Event. Tutti vittime della maledizione del podio sognato, sfiorato ma non raggiunto. “Sono il segnale che si è lavorato bene, i ragazzi ne traggano stimoli”, aveva detto giorni fa a riguardo il numero uno del Coni, Giovanni Malagò. Alcuni ci potranno riprovare fra quattro anni a Pyeongchang in Corea, per altri invece l’avventura olimpica termina in Russia perché se è vero che la fortuna è cieca la sfortuna, è noto, ci vede benissimo.
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