Genova, 29 mar. (LaPresse) – “I nostri obiettivi di oggi sono quelli di non porci limiti. I traguardi si possono cambiare in corsa e se ne possono fissare di nuovi mano a mano che si raggiungono. Vogliamo provare a vincerle tutte, anche se ci sono ostacoli come la partita di domani; ma gli ostacoli sono fatti per essere oltrepassati: non dobbiamo avere paura di sognare”. Così Sinisa Mihajlovic nel corso della conferenza stampa alla vigilia del match contro la Fiorentina. Inevitabile parlare della sua passata esperienza a Firenze.

“E’ stata dolce e amara al tempo stesso – rivela il serbo, in sella alla Viola da giugno 2010 a novembre 2011 -. Amara perché si è conclusa con l’esonero, dolce perché il tempo è stato galantuomo”. “Sono arrivato con la pesante eredità di sostituire Prandelli – ricorda – ma ho sempre avuto un buon rapporto con i Della Valle. Pensavano che cambiando allenatore si potessero ripetere le annate precedenti, ma molti dei ragazzi erano ormai scarichi. Domani incontrerò Montella, un mio caro amico, e spero che la Fiorentina mi faccia soffrire meno di quanto mi ha fatto soffrire lui quando giocavamo”.

Mihajlovic prosegue: “Il mio vero problema a Firenze è stato il rapporto con i tifosi: loro all’inizio rimpiangevano Prandelli, poi volevano Delio Rossi. Alla fine hanno avuto Rossi, ma si sono salvati all’ultima giornata. Ha ragione Einstein: è più facile spezzare un atomo che un pregiudizio, ma io mi sono congedato da Firenze con una lettera, perché, come ho detto prima, il tempo è davvero galantuomo”.

“Ho avuto problemi con le tifoserie anche quando giocavo – ricorda il tecnico doriano -. Forse perché sono uno che dice le cose in faccia e non mi piace andare a cena con i capi delle curve. Io faccio il mio lavoro senza andare oltre: per me è sempre importante essere uomo più che calciatore prima e allenatore ora. Anche a Firenze mi hanno sempre detto che l’uomo Mihajlovic non si poteva discutere, ma l’allenatore sì. La cosa principale è essere uomini, tutto il resto viene dopo. I miei ragazzi hanno dimostrato di esserlo; essere solo calciatori non vale niente”.

Tornando a parlare della Samp, con la salvezza ormai in ghiaccio, l’obiettivo per questo finale di stagione è uno solo. “Io cerco di trasmettere quello che voglio – conclude il tecnico di Vukovar – e penso che sinora i ragazzi siano stati meravigliosi. Loro, come me, cercano sempre di migliorarsi e ora che abbiamo raggiunto un obiettivo non dobbiamo rilassarci. Il campionato non è finito. Il mio futuro? Non ne parlo: il mio futuro è il presente. Poi a fine campionato si parlerà dei possibili obiettivi futuri. Non voglio parlare di questo adesso: domani c’è una partita importante da vincere”.

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