Roma, 6 mag. (LaPresse) – “E’ una vergogna sentire anche questo”. Così Marisa Grasso, vedova di Filippo Raciti, l’ispettore di polizia morto nel 2007 in occasione degli scontri tra Catania e Palermo, apprende in diretta ospite a ’24 Mattino’ su Radio 24 la notizia delle 30mila magliette con la scritta ‘Speziale libero’ che i tifosi del Napoli starebbero preparando per la partita di stasera Napoli-Cagliari, posticipo della 36/a giornata di Serie A. “A questa notizia dovrebbe una risposta il presidente del Consiglio, deve dare una risposta – ha aggiunto la vedova Raciti – Cosa mi attendo? Chiudete, non fate giocare, basta. Uno Stato forte prende delle misure forti, non è essenziale una partita di calcio, se ne può fare anche a meno. Ognuno sta a casa sua e si evitano problemi, c’è una perdita economica ma non è colpa mia. Un lavoro non può creare così tanti problemi”. “Il lavoro deve rendere a una persona dignità perché porta onestamente a casa i soldi, ma alcuni lavori tolgono serenità a chi dovrebbe svolgere un servizio che dovrebbe garantire sicurezza ai cittadini – ha proseguito Marisa Grasso – Questa delle magliette invece è la risposta che incassa lo Stato. Se lo Stato fosse forte, queste cose non sarebbero accadute. Io purtroppo mi aspetto che oltre a mio marito, che avrei voluto fosse l’unico sacrificio, ci siano altri Filippo Raciti. Lo Stato è debole, aspettiamoci di tutto. E’ davvero una vergogna sentire anche questa cosa delle magliette. Questo Speziale, che non io non nomino mai, è un assassino e uno spacciatore di droga. E’ un mercante di morte. Questo si pubblicizza”.

La vedova Raciti è tornata poi sugli scontri di sabato all’Olimpico: “Questo Genny ‘a Carogna non ha nessun diritto di parola sulla vicenda di mio marito, può parlare solo dei suoi fatti personali. Io ho chiesto giustizia in un’aula di tribunale presenziando ogni giorno per 6 anni. E ho saputo la verità, non c’è nessun dubbio sulla vicenda giudiziaria – ha ribadito – Due persone sono state condannate per omicidio fino alla Cassazione. In più, mentre era in attesa di giudizio, Speziale aveva la piena libertà di poter parlare e lo hanno arrestato i colleghi di marito per spaccio di droga. Non parliamo di sante persone ma di persone mai pentite. Questa cosiddetta ‘Carogna’ che non è mai venuto in tribunale non può indossare una maglietta con quella scritta”. Infine Marisa Grasso ha fatto un appello alle istituzioni. “Le telefonate di solidarietà mi stanno bene, ma io attendo risposte. Va bene che si faccia una nuova legge, forse dovremmo parlare della violenza degli stadi come di una nuova forma di terrorismo, il terrorismo da stadio – ha concluso – Comunque è un problema da sconfiggere, le risposte le vogliamo tutti, non solo io”.

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