Rio de Janeiro (Brasile), 13 lug. (LaPresse) – Da eterna piazzata nell’ultimo decennio a trionfatrice al Maracanà. Dopo 24 anni la Germania è di nuovo sul tetto del mondo. Quattro anni fa toccò ad Andres Iniesta, questa volta è Mario Gotze l’uomo risolutore nella finale della Coppa del Mondo, andata per la terza volta di fila ai tempi supplementari dopo Italia-Francia nel 2006 e Spagna-Olanda nel 2010. I tedeschi si aggiudicano così la ‘bella’ con l’Argentina, che ebbe la meglio nella finale del 1986 ma perse quattro anni dopo nel 1990, per 1-0, proprio come questa volta. Per la Mannschaft si tratta del quarto successo in un Mondiale, ma il primo da quando il paese è di nuovo unito. Il Mondiale in Brasile sfata poi l’ennesimo tabù: per la prima volta nella storia una squadra europea ha trionfato in Sudamerica. Ha vinto il collettivo migliore (Schurrle e Gotze decisivi entrando dalla panchina), ha vinto la squadra che ha compiuto il percorso più convincente nell’avvicinamento alla finale del Maracanà. Al di là della batosta inflitta al Brasile, l’undici di Low è stato quello che ha espresso il miglior gioco fin dalla fase a gironi. L’Argentina ha lottato fino in fondo, ma a tradirla è stato proprio il suo uomo migliore, il più atteso: Lionel Messi. L’immagine della ‘Pulce’ può essere racchiusa in due istantanee: il conato di vomito di cui è stato vittima nel primo tempo (non il primo in questo Mondiale, né in carriera) e la punizione calciata alle stelle nell’ultima occasione nel recupero del seocndo tempo supplementare. Il mito di Diego Maradona resta distante anni luce.

Nonostante il tentativo in extremis, Sabella non recupera dal 1′ Angel Di Maria, che si accomoda in panchina e ci resterà per tutta la partita. Confermata la formazione capace di battere in semifinale l’Olanda ai calci di rigore. Nel reparto offensivo spazio quindi a Perez sulla destra e a Lavezzi sulla sinistra. Panchina anche per Sergio Aguero. Nessun dubbio invece per i tedeschi, che si schierano con la formazione anticipata alla vigilia. Il ct Low punta sull’undici che ha travolto il Brasile per 7-1. Klose è in campo dal primo minuto, attorno a lui Ozil e Muller. All’ultimo pesante forfait di Khedira, che ha accusato un problema al polpaccio nel riscaldamento e ha lasciato il posto a Kramer. Si temeva una sfida bloccata condizionata dai tatticismi, invece la partita risulta gradevole fin dalle prime battute. Lionel Messi appare ispirato e si posiziona spesso e volentieri sul settore destro, per mettere in difficoltà la più lenta retroguardia della Germania. Un paio di volte la ‘Pulce’ si presenta sul fondo, ma dai suoi cross non nascono vere e proprie palle gol. La prima emozione arriva così al 20′: Kroos sbaglia il colpo di testa all’indietro, sul pallone si avventa Higuain che dal limite dell’area calcia di poco a lato vanificando una buona occasione. Il ‘Pipita’ è protagonista anche dieci minuti dopo quando va a segno battendo da due passi Neuer su cross di Lavezzi dalla destra, nel punto più vulnerabile del muro difensivo allestito dalla squadra di Low, ma il guardalinee annulla giustamente per fuorigioco. Al 32′, la Germania è costretta a effettuare il primo cambio: è proprio Kramer ad uscire, per i postumi di un violento colpo alla testa preso una decina di minuti prima. Al suo posto entra Schurrle, il talismano di Low, autore di una doppietta nella semifinale con il Brasile. Con il passare dei minuti i ‘panzer’ occupano maggiormente la metà campo argentina, e al 37′ solo un grande intervento di Romero nega il gol al neoentrato Schurrle, ben servito con un rasoterra all’indietro da Klose. Dall’altra parte l’Albiceleste comunque non rinuncia ad attaccare. Messi accende la luce, mette la quarta e si presenta davanti a Neuer, ma Boateng è bravo sulla linea a spazzare negando il gol alla stella del Barcellona. Nel primo tempo non c’è un attimo di pausa: al 43′ su una ripartenza Ozil si gira e trova il varco giusto per servire Kroos in corsa, ma il centrocampista del Bayern Monaco calcia troppo debolmente da una buona posizione. Proprio in chiusura di frazione la Germania, sempre pericolosa sulle palle inattive, crea l’opportunità migliore dei primi 45 minuti. Sul corner di Kroos Howedes sovrasta tutti, ma la sua incornata sbatte in pieno sul palo.

Nella ripresa Sabella aumenta il peso offensivo dell’attacco giocandosi la carta Aguero al posto di Lavezzi. L’Argentina cambia modulo schierandosi con un 4-2-3-1 che inizialmente mette parecchio in apprensione la Germania, in difficoltà tra le linee a controllare gli inserimenti dei trequartisti offensivi. Su una di queste azioni al 3′ Messi riesce a entrare in area, ma il suo sinistro è troppo strozzato e finisce di pochissimo a lato. Con il passare dei minuti i tedeschi comunque si riorganizzano e trovano l’antidoto alle sfuriate dei sudamericani. Episodio dubbio all’11’: Neuer in uscita travolge in pieno Higuain, ma Rizzoli fischia fallo in attacco al giocatore del Napoli. Alla lunga le squadre si allungano, la partita diventa più spettacolare ma nessuno dei 22 uomini in campo riesce a trovare la giocata giusta per sbloccare la finale. Al 26′ Schurrle su un rimpallo della difesa argentina non riesce a controllare la sfera che finisce sul fondo. Sabella si gioca un altro cambio inserendo Palacio al posto di Higuain, ma nel quarto d’ora finale è nuovamente la Germania a venire meglio fuori, anche perché dall’altra parte Messi si spegne a poco a poco. Al 37′ Ozil lavora bene il pallone sulla destra servendo al limite dell’area in corsa Kroos, che anche in questa occasione come nel primo tempo calcia troppo debolmente di piatto senza inquadrare lo specchio della porta. Le squadre sono molto stanche, i due tecnici lo capiscono e inseriscono altre forze fresche in campo. Sabella butta nella mischia Gago al posto di uno stanco Perez, Low mette dentro Gotze togliendo una punta centrale, Klose, che chiude così il suo Mondiale con un bottino complessivo di 16 reti, avendo superato il record di miglior marcatore nella storia della Coppa del Mondo finora detenuto da Ronaldo con 15 gol. La partita non si sblocca più e così, per la terza volta consecutiva ai Mondiali, la finale arriva ai tempi supplementari.

Il primo tempo supplementare inizia subito con il botto. La Germania lavora bene sull’out mancino, la palla finisce a Schurrle il cui sinistro al volo viene respinto con i pugni da Romero. Immediata la ripartenza in contropiede dell’Argentina, ma Boateng con uno strepitoso intervento in scivolata evita guai peggiori ai tedeschi. Le due squadre nonostante l’evidente stanchezza non si risparmiano. Al 7′ l’Albiceleste sciupa una clamorosa palla gol con Palacio. Rojo quasi da centrocampo butta la palla in area, Hummels salta a vuoto sbagliando i tempi dell’intervento, la palla finisce così sui piedi del giocatore dell’Inter, che spreca tutto tentando un improbabile pallonetto. Anche nel secondo tempo supplementare è la Germania a fare la partita, seppur annebbiata dalla stanchezza e proprio per questo senza molta convinzione, mentre l’Argentina si piazza in difesa provando a ripartire in contropiede facendo affidamento sulla velocità di Aguero e Palacio, i più freschi. Quando tutto lascia presupporre che la sfida sia decisa ai calci di rigore, arriva come un lampo la gemma di Gotze, che sfrutta l’ottimo lavoro sulla sinistra di Schurrle e trafigge Romero al volo di sinistro dopo aver stoppato perfettamente la palla. Gli assalti dell’Argentina risultano vani, e al triplice fischio finale a esultare sono solo i tifosi tedeschi, che tornano a vincere un Mondiale che mancava dal 1990.

GERMANIA-ARGENTINA 1-0 dts

MARCATORE: 8′ sts Gotze (G).

GERMANIA: Neuer; Lahm, Boateng, Hummels, Howedes; Schweinsteiger, Kramer (32′ pt Schurrle); Muller, Kroos, Ozil (15′ sts Mertesacker); Klose (42′ st Gotze). A disp. Weidenfeller, Podolski, Zieler, Grosskreutz, Khedira, Draxler, Ginter, Durm. All. Low.

ARGENTINA: Romero; Zabaleta, Demichelis, Garay, Rojo; Biglia, Mascherano; Perez (40′ st Gago), Messi, Higuain (33′ st Palacio), Lavezzi (1′ st Aguero). A disp. Andujar, Rodriguez, Di Maria, Campagnaro, Orion, Basanta, Augusto Fernandez, Alvarez, Federico Fernandez. All. Sabella.

Arbitro: Rizzoli (Ita).

Note: ammoniti Howedes, Schweinsteiger (G), Mascherano, Aguero (A).

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