di Chiara Dalla Tomasina
Trieste, 5 gen. (LaPresse) – Domani, mercoledì 6 gennaio, si terrà la prima edizione della Corsa della Bora, l’evento di trailrunning che si svolgerà nel Carso, territorio splendido del Friuli Venezia-Giulia incastonato tra mare e montagna, e che si estende fin oltre la Slovenia. LaPresse ha intervistato Tommaso de Mottoni, il direttore della gara, che vedrà partecipare domani ben 700 concorrenti (ma più del doppio delle persone avevano chiesto di poter partecipare).
Perché avete deciso di creare questa competizione?
“La gara l’ho ideata e organizzata io. Il 6 gennaio dell’anno scorso, dopo essermi strafogato di cibo, ho deciso di fare una corsetta. A Trieste c’è un paesaggio fantastico con le caratteristiche della montagna, ma in riva al mare. Questa cosa – ho pensato – va valorizzata: questo territorio non lo si può godere solo in estate, anche perché d’inverno c’è una vista sul mare incredibile. E’ quasi uno spreco venirci solo nei mesi estivi”.
Le condizioni atmosferiche non promettono bene: è prevista neve e brutto tempo…
“Questo debutto ha condizioni difficili: domani sarà una giornata di tempo invernale ‘duro’, con neve, ghiaccio e bora. I giornali scrivono ‘emergenza neve e ghiaccio’, noi invece siamo contenti: sarà una sfida ancor più estrema”.
Com’è andata l’organizzazione dal punto di vista burocratico?
“Abbiamo avuto tantissima burocrazia, ma tutti i Comuni coinvolti si sono fatti in quattro per aiutarci, lavorando per noi anche il 23, 24 dicembre. Gli assessori e i funzionari ci hanno aiutato ad avere i permessi. Senza il loro appoggio non sarebbe stato possibile organizzarla”.
Quanti chilometri è lungo il percorso?
“53 chilometri. Per partecipare alla gara sono arrivate tante persone da tutta Europa, Austria, Francia, Repubblica Ceca, nonostante domani sia il suo debutto, è già diventato un appuntamento internazionale. Sono soddisfatto, abbiamo tutti i riflettori puntati addosso, le aspettative sono altissime e non bisogna deluderle”.
Avete avuto un occhio di riguardo anche per gli amici e i parenti dei corridori…
“Abbiamo creato una manifestazione parallela che dà accesso a parenti e amici ai punti di ristoro attraverso un braccialetto. Nei ristori si possono mangiare e bere alimenti tipici del territorio, come prosciutto caldo arrosto, creme, zuppe. Abbiamo coniugato il mondo dello sport all’enogastronomia, così da soddisfare non solo l’atleta ma anche la sua famiglia”.
Partecipano solo atleti fortissimi?
“Abbiamo atleti forti che si daranno battaglia, ma la selezione non sarà tanto sulla velocità degli atleti, bensì su chi ama la montagna e l’idea del viaggio. Anche un camminatore veloce e una persona non più giovanissima può partecipare, perché lo spirito è di vivere la montagna”.
Come la mettiamo con l’impatto ambientale della gara?
“Abbiamo un regolamento che dal punto di vista ambientale è ‘cattivissimo’. Intanto, abbiamo del tutto eliminato la plastica: di solito dopo queste manifestazioni ci sono montagne di spazzatura da smaltire, e non volevamo la stessa cosa. Se facciamo qualcosa nell’ambiente e produciamo spazzatura, non ha senso. Così ogni concorrente deve portarsi una sua tazza e beve solo dal suo bicchiere. Tutte le barrette energetiche devono avere scritto il numero di pettorale dei concorrenti: chi viene trovato senza numero scritto nelle sue barrette o sulla sua cioccolata, prende la stessa penalità di chi ha buttato la spazzatura. Se troveremo una cartaccia per terra, scopriremo subito a chi appartiene”.
Come passerai questa ‘notte prima degli esami’?
“Sono due giorni che non dormo: da mezzanotte alle 6 percorro i sentieri a controllare che tutto sia a posto e pure stanotte farò la stessa cosa”.
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