Iannone, Dovizioso e Marc Marquez cadono e spianano la strada al Dottore per il secondo posto
Ha stravinto Lorenzo, un po' come era successo in Spagna a Valentino Rossi. Un dominio assoluto, quello dello spagnolo, durato tutto il week end e sublimato dalla prestazione in gara, sul circuito di Le Mans. Un tracciato che non è mai piaciuto al Dottore, indigesto e poco adatto al suo modo di guidare, eppure "domato" con la complicità involontaria dei ducatisti Iannone e Dovizioso e di Marc Marquez, con la Honda: tutti e tre sono stati vittime di cadute e hanno spalancato la strada del secondo posto al fuoriclasse di Tavullia. Il quale avrebbe firmato alla partenza per limitare i danni, figurarsi la sua felicità nel rendersi conto di aver sfilato venti punti all'ex leader della classifica e di essere a un passo da Lorenzo, che adesso è al comando a quota 90, cinque lunghezze davanti a Marquez, dodici a Vale.
La doppietta della Yamaha è un messaggio chiaro lanciato alla concorrenza: era e resta la moto da battere, probabilmente non solo perché le sue guide sono probabilmente le migliori di tutte. Chi immaginava favoritismi nei confronti di Valentino, visto che Lorenzo il prossimo anno sarà in Ducati, è rimasto deluso: la casa giapponese non fa e non farà preferenze: stesso materiale e stesse attenzioni, stessa cura dei dettagli. Chi è più veloce e ha più 'pelo' vince.
Pelo che servirà il 22 maggio al Mugello, prossimo appuntamento del Motomondiale, un circuito – questo – sul quale Rossi si trova a meraviglia. Sarà l'occasione, anche, per capire se la Ducati è in grado di reagire alla sfortuna: ultimamente ha dimostrato di essere competitiva ma non è mai riuscita a chiudere una gara al comando, tra errori, omissioni e iatture assortite. Mugello potrebbe essere, pure, la terra promessa del riscatto di Marquez, che dopo l'uno-due Argentina-Stati Uniti non ha più saputo ruggire. E un certo disagio è percepibile persino dalla lettura del body language.
Le Mans, infine, ha certificato in maniera assoluta la bontà del progetto Suzuki e la prima volta sul podio del giovane spagnolo Vinales. Era dal terzo posto di Loris Capirossi – a Brno nel 2008 – che la casa giapponese non otteneva un risultato così importante, uno step fondamentale per poter dare consistenza a sogni e ambizioni in chiave iridata. Non ora, ovvio, ma la prossima stagione.
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