Il carpigiano regala all'Italia il sesto oro. Per il livornese splendido bronzo
Trasformare con un autentico assolo una finale olimpica in una gara che tutta Italia stava aspettando. Quanto fatto da Gregorio Paltrinieri nella vasca di Rio de Janeiro non è una semplice vittoria con relativa medaglia d'oro, è qualcosa di più. E' una sinfonia, una marcia trionfale lunga 1500 metri. Due vasche. Tanto è durata la finale più attesa dell'Italia poi il buio. O meglio, la luce. Un fascio abbagliante che ha avvolto un unico protagonista. Il 21enne di Carpi e la sua cavalcata che, per 1400 metri, è stata più veloce anche del record del mondo del marziano cinese Sun Yang. Questa ulteriore ciliegina non è arrivata, semplicemente perché il ragazzo di Carpi nel finale ha voluto godersi il momento. "So di valerlo, so che prima o poi lo farò, non è stata questa l'occasione, ma era una finale olimpica e volevo semplicemente toccare davanti", ammette con un sorriso radioso. Quello che ha conquistato tutti, i compagni, i tecnici ed il grande pubblico che lo ha da subito eletto nel gotha degli sportivi italiani più amati. Roba da far girare la testa ma non per uno come lui che ha nell'applicazione e nella dedizione assoluta al nuoto la sua carta vincente. Spontaneo, simpatico, senza grilli per la testa e sempre allegro. Il figlio che tutte le mamme italiane vorrebbero avere.
In questa notte magica Greg ha compiuto un'impresa straordinaria, più di ogni trionfo e di ogni medaglia. Rendere all'apparenza facile una cosa mostruosamente difficile. "Tutti si aspettavano questa medaglia, sembrava quasi scontato ma di scontato non c'è niente – racconta – e' stata molto più dura di quello che mi aspettassi. Non solo la gara, ma tutto questo viaggio. Non tanto dal punto di vista fisico, ma mentale, sopportare tutto quello che c'era intorno a questa finale. Quindi sono ancora più contento di aver vinto". E se è stata dura per lui difficile pensare quanto lo possa essere stato per i suoi rivali. Lo statunitense Conor Jaeger, argento, è finito a cinque secondi (14'39"48), l'australiano Mack Horton è affondato nelle retrovie finendo addirittura quinto. Una chance enorme per un 'infiltrato di lusso'. L'ha presa Gabriele Detti che con Gregorio ad Ostia vive e si allena. Una rimonta speciale per chiudere una serata indimenticabile con un bronzo (14'40"86) che fa salire il tricolore per due volte nel cielo stellato di Rio facendo salire l'emozione alle stelle. L'esempio della costanza che può essere fonte di ispirazione per il futuro come auspicato dallo stesso Paltrinieri. "Quando ero piccolo guardavo le gare in tv e se vedevo qualcuno vincere mi veniva voglia di imitarlo – ricorda – sicuramente questa sera in Italia ci saranno stati tanti bambini alzati che ci avranno tifato e magari, come successo a me, sognano di diventare come noi".
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