Ultima tappa con volatona, battuti Viviani e Drucker. Protesta per le condizioni delle strade

Arrivando in parata ai Fori Imperiali di Roma al fianco dei suoi compagni di squadre del Team Sky Chris Froome, quattro volte vincitore del Tour de France, ha vinto per la prima volta nella sua carriera il Giro d'Italia. E' il primo britannico a vincere il Giro in 101 edizioni davanti all'olandese Tom Dumoulin di 0.46", vincitore lo scorso anno, e al colombiano Miguel Angel Lopez a quasi 5'. La ventunesima e ultima tappa, neutralizzata a 80 chilometri dalla fine a causa dell'asfalto reso pericoloso da buche e sampietrini scivolosi, è andata all'irlandese Sam Bennett che ha preceduto in volata il vincitore della maglia ciclamino Elia Viviani. Non proprio una bella figura per la Capitale.

"Sono senza parole, sono molto emozionato. L'ambiente qui a Roma era incredibile. I tifosi sono stati tutti molto bravi, è un sogno essere qui con la maglia rosa. Per un ciclista non esiste una cosa più grande", ha dichiarato Froome dopo aver tagliato il traguardo. "Spero di tornare. Ogni anno devo scegliere le corse, ma voglio tornare", ha aggiunto. Froome, in gara con la spada di Damocle di una possibile clamorosa squalifica per essere risultato positivo ad un controllo antidoping alla Vuelta per l'uso del farmaco per l'asma salbutamolo, era alla sua terza partecipazione al Giro dove tornava dopo otto anni di assenza.

Se non sarà sanzionato, il britannico diventerà uno dei tre corridori della storia a vincere consecutivamente i tre grandi Giri (nel suo caso Tour, Vuelta e Giro nell'ordine), con il leggendario Eddy Merckx e Bernard Hinault. Prima di lui, solo sei corridori (Anquetil, Gimondi, Merckx, Hinault, Contador e Nibali) sono riusciti a mettere il loro nome nell'albo d'oro dei tre grandi giri almeno una volta. Un'impresa incredibile quella realizzata dal 33enne Froome, che nelle prime due settimane del Giro ha sofferto molto per due cadute (la prima a Gerusalemme, la seconda a Montevergine) e accumulando quasi 5' di distacco dall'allora maglia rosa il connazionale Simon Yates della Mitchelton Scott. "La mia squadra mi ha supportato, ha sempre creduto in me, mi ha detto che la terza settimana sarebbe stata molto dura e che tutto avrebbe potuto ancora cambiare", ha detto Froome.

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