Gli atleti russi e bielorussi partecipano senza inno e bandiera, Malagò: "Rattristati, si seguono o subiscono indicazioni dei governi"

La guerra in Ucraina si sposta in pedana e ai mondiali di scherma di Milano, dove stamane lo spadista ucraino Igor Reizlin ha deciso di disertare la sfida al primo turno del tabellone contro il russo Vadim Anokhin, rispettando così la volontà del Comitato olimpico ucraino di non gareggiare contro russi o bielorussi.

Dopo l’ammissione di Russia e Bielorussia ai Mondiali di scherma, recependo le disposizioni del Cio, la Federazione internazionale (Fie) ha dato l’ok alla partecipazione in qualità di atleti neutrali, quindi senza inno e bandiera. La decisione odierna dell’atleta ucraino si potrebbe ripetere ganche domani, quando nella sciabola l’ucraina Olga Kharlan sarà chiamata a decidere se salire in pedana contro l’avversaria russa oppure no. Kharlan è fidanzata dell’azzurro Gigi Samele, che alcuni mesi fa fu tra i primi firmatari della lettera degli atleti contrari alla partecipazione di russi e bielorussi a competizioni olimpiche.

Malagò: “Rattristati”

“Non mi avete mai sentito fare discorsi politici e mai li farò, ma siamo rattristati perché è chiaro che questi atleti seguono o subiscono le indicazioni dei loro governi su cui non metto bocca”. Così Giovanni Malagò, presidente del Coni, a margine del Consiglio Nazionale del Coni alla Torre Allianz sede della Fondazione Milano-Cortina, a proposito dell’atleta ucraino Igor Reizlin che ai Mondiali di Scherma di Milano si è rifiutato di scendere in pedana contro il rivale russo Vadim Anokhin. “Non metto bocca su questo provvedimento, ma vorrei chiedere allo stesso Governo perché in altri sport sistematicamente, anche in epoche lontane, questo tipo di indicazione – per non dire diktat – non è stata fatta”, ha aggiunto. “Non capisco perché questo è avvenuto con la scherma – ha concluso Malagò – questo perché penso, e a ragionar così non credo che uno sbagli, che c’è la strumentalizzazione del mondo olimpico”. 

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